I native ad, infatti, non respingono i consumatori come succede con pubblicità più intrusive. Il banner standard nell’header o nella barra laterale a destra non sono più efficaci: ne traggono benefici i proprietari di siti web che possono vantare grandi numeri di page view, ma il ritorno effettivo per l’azienda è sempre più prossimo allo zero. I pop-up e i formati full-page overlay infastidiscono i consumatori, mentre gli annunci nativi si fondono con il contenuto della pagina in un modo che li rende non intrusivi. I consumatori non sono stupidi, sanno che si tratta di pubblicità (anche perché viene chiaramente contrassegnata come tale), ma, come spiega John Rampton, “il motivo per cui le persone preferiscono annunci nativi è perché offrono informazioni fortemente legate ai contenuti che stanno consultando in quel momento, e questo aiuta l’inserzionista a stabilire un rapporto di fiducia quasi immediato con il consumatore. Poiché la pubblicità nativa viene percepita come contenuto di qualità superiore, generalmente si assiste ad un tasso di conversione superiore”.
Da quanto traspare dagli studi di settore, le pubblicità native portano un’audience di maggiore qualità, applicando nel migliore dei modi il concetto di “meglio la qualità che la quantità”. Non importa più il numero di visitatori che una campagna porta a un sito: quel numero da solo è inutile, senza un buon tasso di conversione. La domanda giusta è: quanto di quel traffico si è convertito in vendite generando effettivo utile? Gli annunci nativi permettono di attirare traffico di qualità molto più elevata (e dunque un maggiore feedback) perché permettono un targeting più perfezionato: chi clicca sull’annuncio è molto spesso realmente interessato a ciò che viene offerto. Meglio attrarre 100 visitatori da un native ad posizionato all’interno di contenuti di grande rilevanza, o 1.000 visitatori provenienti da una serie casuale di siti web? La curva costi/benefici è ben diversa. Anche perché gli annunci nativi hanno, almeno per ora, un costo per acquisizione inferiore.