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SalTo18: non dimentichiamo l’orizzonte disegnato insieme

«Stavolta cerchiamo di non fare come capita troppo spesso, quando tornando a casa veniamo schiacciati dalla quotidianità e dimentichiamo l’orizzonte disegnato insieme».
Con questa speranza i giornalisti e scrittori Paola Bottero e Alessandro Russo hanno lasciato Torino. Volge al termine la 31ma edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino  – #SalTo18, che sarà ricordata come quella delle grandi affluenze. Mentre al Lingotto i riflettori si spengono e ciascuno si prepara al rientro, è molto forte la speranza di essere stati testimoni di una ripartenza per una nuova narrazione. Una narrazione in cui leggere diventi, anche in Calabria, un qualcosa di importante da condividere, proteggere e far crescere.

SalTo Irto, Abate, Bottero
da sinistra Nicola Irto, Carmine Abate e Paola Bottero
SalTo Corigliano, Floriani, Bottero, Viscomi
da sin. Maria Francesca Corigliano, Gilberto Floriani, Paola Bottero e Antonio Viscomi

“lamentarsi come ipotesi”

I fondatori di SABBIAROSSA, uno dei 13 editori che hanno animato lo stand della Regione Calabria, non hanno dubbi: «È finito il tempo di “lamentarsi come ipotesi”, per citare il grande Voltarelli».

«Quando ci siamo accorti che il giornalismo, locale e nazionale, non riusciva a superare gli stereotipi negativi» hanno spiegato «e non bastava a ricostruire una narrazione della Calabria aderente alla realtà, abbiamo iniziato a cercare altri mezzi, altri modi.
Da ormai più di dieci anni costruiamo occasioni per far conoscere la nostra regione a giornalisti, registi, premi Oscar, scrittori, intellettuali. Insieme ad una nuova narrazione che portiamo avanti con la nostra casa editrice c’è anche bisogno di far conoscere dal vero le meraviglie di questa nostra terra».

«Il lavoro è lungo, ma pieno di soddisfazioni, che potrebbero essere ancora maggiori se riuscissimo ad avere una vision unitaria ed unita. Noi stiamo continuando a farlo: proprio stamattina abbiamo delineato i passaggi fondamentali di un progetto importante, fatto di sinergie e condivisioni. Speriamo di poterlo ampliare a quanti più attori possibili: intanto agli scrittori incontrati al Salone. E poi alla Regione attraverso il Presidente Irto, da sempre attento ad ogni sollecitazione culturale, e l’assessore Corigliano, che inizia un percorso di (ri)costruzione che è di cucitura e di messa in rete delle immense potenzialità culturali della nostra terra».

SABBIAROSSA al Salone

Sabbiarossa Edizioni è stata presente al Salone del Libro di Torino con alcuni dei suoi titoli più recenti.

Sabato la scrittrice Paola Bottero ha partecipato alla tavola rotonda dal titolo “la regione degli scrittori per una nuova narrazione della Calabria”. Insieme agli altri scrittori – Carmine Abate, Giuseppe Aloe, Ettore Castagna, Gioacchino Criaco, Domenico Dara, Nicola Fiorita, Mimmo Gangemi, Olimpio Talarico – i rappresentanti istituzionali Irto e Corigliano. Moderazione di Filippo Veltri.

Domenica è stata la volta della presentazione, moderata da Alessandro Russo, del libro Sono un ragazzo di paese di Nino Mallamaci, collana Memorie (foto).

tutti gli appuntamenti del Salone del Libro

L’Assessore regionale alla Cultura Maria Francesca Corigliano ha presentato stamane, nella Sala Oro della Cittadella, il programma delle attività della Regione Calabria al trentunesimo Salone Internazionale del Libro di Torino, dal 10 al 14 maggio al Lingotto Fiere. Alla conferenza stampa erano presenti anche Salvatore Bullotta, del Dipartimento regionale alla Cultura, tra i coordinatori delle attività in programma al Salone e Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario vibonese, partner della Regione nell’organizzazione dell’evento. “La Regione Calabria – ha detto l’Assessore Corigliano – parteciperà al Salone del Libro con un proprio stand istituzionale all’interno del quale gli editori calabresi, gli autori, gli enti locali, le istituzioni culturali e le scuole potranno esporre i loro libri più significativi e promuovere diverse iniziative culturali. In particolare la Regione dedicherà quest’anno la sua presenza al Lingotto ai grandi pensatori calabresi del passato: Cassiodoro, Gioacchino da Fiore, Telesio e Campanella, entrati di diritto nella dimensione della classicità, le cui opere contribuiscono a fornire risposte utili e a sciogliere i nodi posti dal Salone in questa edizione: “Un giorno, tutto questo”, un tema che pone interrogativi sul presente e sul futuro del nostro mondo, sulla precarietà che contraddistingue la società attuale e le grandi questioni aperte della contemporaneità”.

“Voglio sottolineare – ha aggiunto l’Assessore Corigliano – che la scelta del Presidente Oliverio nell’ideare quest’anno la nostra partecipazione al Salone di Torino è stata di includere il maggior numero possibile di autori calabresi. Saranno quaranta infatti gli scrittori che aderiranno al Salone e tredici le case editrici. Attraverso la cultura e in particolare la scrittura vorremmo fare emergere una percezione della Calabria del tutto autentica, bella, senza etichette precostituite. La nostra regione è una terra di pensiero e di pensatori che tanto ha offerto e molto ha da offrire al mondo e alla cultura universale. In questo percorso abbiamo già intrapreso una serie di inziative con gli autori calabresi nella Cittadella regionale e altre ne stiamo organizzando nella scuole, mettendo a confronto i giovani col mondo della scrittura contemporanea”.

Durante il Salone particolare attenzione sarà prestata anche alla narrativa calabrese contemporanea, che ampi spazi di interesse sta conquistando negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale. Suggestivo il focus in programma il 12 maggio coordinato dal giornalista e scrittore Filippo Veltri: “La regione degli scrittori per una nuova narrazione della Calabria” in cui converseranno Carmine Abate, Giuseppe Aloe, Paola Bottero, Giacchino Criaco, Domenico Dara, Nicola Fiorita, Mimmo Gangemi e Olimpio Talarico. A questa iniziativa sarà presente, oltre all’Assessore Corigliano, anche Miriam Giorgi, autrice calabrese di appena 16 anni, recentemente insignita dal Presidente Mattarella del titolo di Alfiere della Repubblica.
A Torino la Regione sarà partner di due appuntamenti significativi nel cosiddetto Spazio Superfestival, uno con il noto filosofo e sociologo francese Edgar Morin, un’altro con Mario Tozzi e Rosario Chimirri. Importanti infine gli omaggi che la Regione renderà ai grandi scrittori calabresi: Mario La Cava, Saverio Strati e a Luigi Lilio, ideatore del Calendario Gregoriano. Sarà data attenzione inoltre alla narrativa per bambini e al mondo del fumetto. “Gli eventi della Calabria al Salone di Torino – ha aggiunto il direttore del Sistema Bibliotecario vibonese, Gliberto Floriani – saranno trasmessi in diretta sui canali Facebook, Twitter, Instagram e Youtube alla pagina Biblioteche Calabria. Un’esperienza già sperimentata al Bologna Children’s Book Fair con oltre centomila contatti”.

Scarica il programma completo nello stand 
della Regione Calabria per #SalTo2018

La triste fotografia della lettura in Italia

L’indagine Istat pubblicata oggi parla chiaro: nelle regioni meridionali legge meno di una persona su tre, in Calabria una su 4

Non si arresta l’emorragia di lettori nel nostro Paese: in un solo anno la percentuale di italiani che dichiarano di aver letto almeno un libro è passata dal 42 al 40,5 per cento. In Calabria si arriva ad un imbarazzante 25,1%. Le nuove statistiche sulla diffusione della lettura in Italia pubblicate dall’Istat parlano chiaro: sesso, livello di istruzione e territorialità pesano molto.

Un tempo si diceva che non poteva essere definito lettore chi non leggeva almeno 10 libri l’anno. Oggi i dati sono lavorati su ben altra media: quella di un libro l’anno. Sono circa 23 milioni (il 40,5% nazionale) le persone con più di 6 anni che nel 2016 hanno letto almeno un libro “per motivi non strettamente scolastici o professionali”. Un calo di un punto e mezzo percentuale rispetto al 2015, quando a farlo era stato il 42%. Secondo il rapporto annuale dell’Istat su produzione e lettura di libri in Italia, le lettrici superano di gran lunga i lettori: nel complesso, il 47,1% di chi legge è donna, contro il 33,5% degli uomini. E i giovani tra gli 11 e i 14 anni (il 51,1%) leggono più libri rispetto a tutte le altre classi d’età.

La diffusione dei lettori risente del livello di istruzione: il 73,6% dei laureati legge, contro il 48,9% di chi ha conseguito al massimo il diploma superiore. E persistono i divari territoriali, con il Sud maglia nera: qui a leggere è il 27,5%, cioè meno di una persona su tre. In fondo alla classifica Calabria (25,1% di lettori), Sicilia (25,8%) e Campania (26,3%). Meglio il Nordest, che tocca la percentuale più elevata (48,7%) tra le macroaree d’Italia. Numeri vicini a quelli del Nordovest, tanto che a contendersi il primato sono Friuli-Venezia Giulia (al 54,3%) e la Valle d’Aosta (51,9%). Anche i rapporti familiari influenzano l’amore verso i libri: legge infatti il 66,9% dei giovani fra 6 e 18 anni con entrambi i genitori lettori; percentuale che crolla al 30,8 tra i figli di chi non legge.

istat-lettori 2016

I libri salveranno (forse) la Calabria

il Fatto Quotidiano | Antonio Padellaro

Stare sui social vale 200 libri non letti all’anno

Pagina99, quotidiano di inchieste, economie e cultura, ha ripreso i calcoli di un giornalista di Quartz, che ha deciso di sommare il tempo trascorso sui social. Una somma che fa massa: vale 200 libri non letti, nell’arco di un anno. Se spegnessimo smartphone, tablet e tv per dedicarci ai libri potremmo leggere molto di più, e moltiplicare in modo esponenziale la media che pone i lettori forti a 10 libri letti l’anno. Certo, i conti sono fatti sul modello americano. Ma vale la pena di esaminarli.

Charles Chu, autore dell’articolo, fornisce calcolatrice alla mano tutti i passaggi per spiegare il ragionamento. Partendo da un presupposto: l’americano medio legge tra le 200 e le 400 parole al minuto. Assumendo che un libro di non-fiction è composto da circa 50 mila parole, 200 libri vuol dire 10 milioni di parole. Prendendo il lettore più veloce della nostra media, quello che macina 400 parole al minuto, per leggere quei 10 milioni di parole serviranno 25 mila minuti. Vale a dire, 417 ore. Per farci un’idea, basti pensare che un anno solare è composto da 8.760 ore. Se anche dessimo per scontato che ciascuno di noi trascorre la metà delle proprie giornate a dormire (ipotesi ottimistica e per eccesso, dunque), resterebbero 4.380 ore.

Considerando un impiegato medio, con un orario di lavoro di 40 ore settimanali, abbiamo 1.920 ore all’anno trascorse in ufficio. Se sottraiamo queste al totale delle ore di veglia, restano comunque 2.460 ore libere. Sicuri di non riuscire a ritagliarvene 417 – cioè meno di un quinto – per dedicarvi alla lettura? Se questi calcoli da soli non sono sufficienti a convincervi, torniamo all’articolo di Quartz, secondo cui un americano medio spende 608 ore all’anno sui social media: persino di più di quante ne occorrerebbero per legge quei famosi 200 libri. Per non parlare della tv: di fronte al piccolo schermo si trascorrono in media addirittura 1.642 ore, cioè oltre la metà del tempo libero totale extra lavoro, almeno stando al nostro piccolo calcolo. Di più: nel totale delle ore (2.250) impiegate davanti agli schermi di pc, tablet, smartphone e televisore potremmo leggere addirittura mille libri in un anno.

Ma sappiamo tutti come impieghiamo il nostro tempo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Sceglieremo il 30mo Salone del Libro o il 1mo Tempo di Libri?

La notte del 12 gennaio 4 ore di burrasca nel cda di Fiera Milano. Poi le dimissioni, chissà quanto a sorpresa: si tratta in realtà dell’unico modo per evitare il commissariamento, che qualcuno dava già per certo per il prossimo martedì, 17 gennaio, da parte del Tribunale per le misure preventive, come conseguenza quasi automatica del commissariamento del ramo aziendale della partecipata Nolostand, finita sotto inchiesta per infiltrazioni criminali nei subappalti di alcuni allestimenti di Expo (settembre 2016).
E quindi la domanda è: Fiera Milano può fare un salone? La società organizzatrice di Tempo di LibriFabbrica del Libro, è partecipata al 51% da Fiera Milano e al 49% dall’Aie. Prima di aprile non sarà nominato il prossimo cda di Fiera Milano: Tempo di Libri rientra nella gestione ordinaria?

L’Aie, associazione degli editori che prima ha spaccato con Torino e ora si trova senza una gamba su Milano, non sembra preoccupata. Eppure faticava a reclutare espositori ed ospiti già prima della burrasca dimissionaria: tanti editori medio-piccoli hanno sottoscritto fedeltà a Torino, qualcuno dice che “i milanesi” abbiano messo sul tavolo gettoni di presenza per gli ospiti, abituati ad andare al Salone del Libro di Torino, almeno per la maggior parte, gratuitamente. Ma anche sul fronte sabaudo le cose non vanno a gonfie vele, in attesa di capire che succede tra il “presidente in pectore” Massimo Bray e il presidente “ad interim” Mario Montalcini.

Intanto la macchina va apparentemente avanti. I due siti ufficiali con cui Torino e Milano mostrano i muscoli si fanno la guerra da lontano: un po’ più high tech e da grandi promesse quello della Fiera di Rho (giovedì 19 – domenica 23 aprile); più rassicurante, familiare e storico, peraltro nella sua 30ma edizione, quello del Lingotto (giovedì 18 – martedì 22 maggio).  Dove andranno gli editori? E gli autori ospiti? Ma, soprattutto: dove andranno i (già pochi) lettori?

La nuova legge sull’editoria mette in mora l’esercizio abusivo della professione di giornalista

Passato il 15 settembre in Senato, approvato definitivamente il 4 ottobre dalla Camera, l’A.C. 3317-3345-B istituisce un nuovo Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e delega il Governo a ridefinire due discipline: quelle del sostegno pubblico all’editoria e all’emittenza radiofonica e televisiva locale e quella relativa a profili pensionistici dei giornalisti e alla composizione e competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Reca disposizioni sui giornalisti, sul sistema distributivo e sulla vendita dei giornali e disciplina la procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, la sua durata e il limite massimo retributivo per amministratori, dipendenti, collaboratori e consulenti del soggetto affidatario della concessione.

Un titolo che è un riassunto: “Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”.

il fondo

newspaperIl Fondo, ripartito annualmente tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dello sviluppo economico, esclude esplicitamente dai contributi gli organi di informazione di partiti o movimenti politici e sindacali, periodici specialistici, imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa.

cosa dice il testo

Oltre all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, conferisce deleghe al Governo per ridefinire la disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza locale, per riordinare la disciplina pensionistica dei giornalisti (che dovrà allinearsi con la disciplina generale) e per razionalizzare composizione e competenze del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti (60 anziché 36, il numero massimo dei componenti del Consiglio dell’ordine dei giornalisti). Detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici, introduce un riferimento all’equo compenso dei giornalisti, detta nuove disposizioni per la vendita dei giornali, prevedendo la liberalizzazione degli orari e dei punti vendita. E punisce l’esercizio abusivo della professione di giornalista: “Nessuno può assumere il titolo né esercitare la professione di giornalista, se non è iscritto nell’elenco dei professionisti ovvero in quello dei pubblicisti dell’albo istituito presso l’Ordine regionale o interregionale competente. La violazione della disposizione del primo periodo è punita a norma degli articoli 348 e 498 del codice penale, ove il fatto non costituisca un reato più grave”.

cambiano le regole sul diritto d’autore

Le novità introdotte dal Ddl prevedono l’impossibilità di citare qualsiasi testo: il presidente di Anso (Associazione nazionale stampa online) Marco Giovannelli prevede un danno per i piccoli editori e per il mondo web e lancia un appello agli editori per partecipare alla consultazione pubblica della Commissione Europea: «Fate sentire la vostra voce contro i “diritti accessori” e fatelo al più presto, perché la consultazione organizzata dalla Commissione Europea chiuderà il 15 giugno». L’obiettivo è quello di opporsi alla creazione di un nuovo diritto sui “frammenti di testo” a livello europeo, facendo sentire la propria voce nell’ambito della consultazione sulla creazione del nuovo diritto connesso, una speciale tipologia di diritto d’autore. «Tali nuovi diritti possono sembrare simili alla “tassa sui frammenti di testo” introdotta in Spagna e Germania, ma potrebbero risultare ancora più ampi e coprire non solo gli editori di notizie, ma anche gli editori di libri e riviste scientifiche e interessare non solo i frammenti di testo ma anche tutte le attività offline e online. Anso, insieme con un numero sempre maggiore di editori, si oppone alla creazione di un nuovo diritto sui frammenti di testo a livello europeo che penalizzerebbe gli editori tradizionali e l’editoria digitale».

Il Nobel a Bob Dylan is blowin in the anger, più che in the wind

La breaking new alle 13 di ieri: assegnato a Bob Dylan, il cantautore di Duluth, il Premio Nobel per la Letteratura per “aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione musicale americana”. Una notizia che si accavalla con la morte di Dario Fo, che già ha acceso le polemiche social tra chi lo rimpiange e chi lo ha sempre detestato (e ancora si chiede come sia stato assegnato proprio a lui il Nobel nel 1997, dopo la candidatura andata buca nel 1975).

E come ogni Nobel che si rispetti, fa discutere anche quello al cantautore che fa cullare dal vento domande e risposte. Ci si poteva aspettare la rabbia dei papabili, almeno secondo i bookmaker: Don DeLillo e Philip Roth. Ieri giravano sui social foto di chitarre fatte in mille pezzi: la presunta reazione dello scrittore ultraottantenne tra i più letti e premiati della sua generazione, dal racconto lungo Goodbye, Columbus a Lamento di Portnoy, passando per Pastorale americana e scoprendo l’altra faccia dell’America attraverso il suo alter ego Nathan Zuckerman, peraltro premiato al Pulitzer. Ma nessuna dichiarazione ufficiale, per carità. Né da Roth né da DeLillo, che peraltro alla vigilia era dato superfavorito, davanti a tanti altri ottimi nomi: il keniota Ngugi Wa Thiong’o, il bestellerista giapponese Haruki Murakami, il poeta siriano Adonis, l’Ibsen contemporaneo Jon Fosse, il poeta coreano Ko Un, Javier Marias, l’argentino Cesar Aira, Thomas Pynchon, la statunitense Joyce Carol Oates. I bookmaker avevano messo in coda gli italiani: Claudio Magris (quotato a 33 a 1), Elena Ferrante (50 a 1), Dacia Maraini (66 a 1).

nobel2016-dylanMa Stoccolma sa stupire ogni anno. E ieri lo ha fatto cantando.
Un canto che ha convinto molti, come lo scrittore Salman Rushdie, che affida il commento a un cinguettìo social, scrivendo su Twitter: «Da Orfeo a Faiz, la canzone e la poesia sono state sempre strettamente legate. Dylan è l’erede geniale della tradizione bardica. Grande scelta». Anche la scrittrice americana Joyce Carol Oates, altra possibile Nobel, commenta su Twitter: «A chi mi ha chiesto del Nobel a Dylan: una scelta ispirata e originale. Le sue memorabili musiche e parole sono sempre sembrate, nel senso più profondo, letterarie». Aggiungendo, a chi si rammaricava perché non era stata premiata: «Grazie! Ma, in termini di riconoscimento mondiale e influenza significativa su milioni (miliardi?) di vite umane, non c’è paragone tra romanzieri e musicisti».
Lo scrittore Irvine Welsh, sempre su Twitter, non approva: «Sono un fan di Dylan, ma questo è un premio pieno di nostalgia mal concepita, strappato dalla prostata rancida di senili hippy farfuglianti». Altrettanto pesante il post su Facebook di Haruki Murakami, autocitante dal romanzo Norwegian Wood: «Non dispiacerti per te stesso. Solo gli stronzi lo fanno».

Oggi tante altre ne leggeremo, meno a caldo.
Intanto registriamo le rimostranze di due “uomini di cultura” italiana.

Lo scrittore Alessandro Baricco dichiara all’Ansa che Dylan «è un grandissimo. Andare a un suo concerto oggi è una delle esperienze più grandi ed emozionanti che si possano fare nello spettacolo. Ma, per quanto mi sforzi, non riesco a capire che cosa c’entri con la letteratura». E ancora: «non c’è nessun paragone da fare tra il Nobel a Dylan e quello a Dario Fo. È molto diversa la situazione perché la scrittura del teatro, non ho bisogno di sforzarmi tanto per capire che c’entra con la letteratura. Che un drammaturgo vinca un premio alla letteratura ci sta, anche se in modo un po’ sghembo. È come se dessero un Grammy Awards a Javier Marias perché c’è una bella musicalità nella sua narrativa. Allora anche gli architetti possono essere considerati poeti». Che voglia provare a concorrere a Sanremo?

A Sanremo invece non c’è mai stato, Cesare Cremonini: preferisce girare con la sua vespa.
E anche lui, il cantante nato con i Lunapop ha di che ridire: «Il Nobel a Dylan è una truffa: è vero. Nessuno tra i suoi versi più visionari e poetici infatti, è stato scritto realmente da lui. Non ci credete? Chiedetegli come è andata. Vi risponderà di non saperne nulla. Il cantante che più di ogni altro ha influenzato la letteratura americana, colui che poco più che ventenne parlava e scriveva già alla pari con i grandi poeti della sua epoca, che lo consideravano a loro volta un loro pari, dirà che quelle piantagioni di parole in rima, nate calpestando la macchina da scrivere prima che la musica prendesse forma, quelle poesie vestite da canzoni, che i giovani di allora adottarono addirittura come mantra di una rivoluzione culturale, sono state scritte “per magia”. Dylan ne ripete i versi, guardandoti stupito negli occhi, come se li avesse scritti qualcun altro. “Prova a sederti ad un tavolo e a scrivere qualcosa del genere”, dice sorridendo. Se gli chiedete se ancora oggi possiede la formula magica di quell’incantesimo, lui vi risponderà, scuotendo la testa, di no.  “Non posso più farlo”. Dylan ha più volte sostenuto di aver fatto, da ragazzino, un patto con il “chief commander”: colui che comanda su questa terra e su quella che non possiamo vedere. Chissà se il chief adesso pretenderà che gli venga riconosciuto il merito di questo Nobel».

Scene da Nobel. Che quest’anno davvero is blowin. Più che in the wind, in the anger.

Il Premio Strega Nicola Lagioia è il Direttore del Salone del Libro di Torino

L’Alto Comitato di Coordinamento della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, ai sensi dell’art. 13 commi 3-4 dello Statuto, propone quale Direttore per le attività culturali ed editoriali il dottor Nicola Lagioia. «Tale proposta – scrive l’Alto Comitato – è il frutto delle valutazioni esplorative condotte con discrezione, ma rigore, nello scorso periodo in accordo con il dottor Massimo Bray, consulente gratuito della Città, e concertata con il Presidente, rispetto a più ipotesi di candidature, dotate della necessaria competenza professionale».

lagioia-stregaNicola Lagioia, nato a Bari il 18 aprile 1973, dirige nichel, la collana di letteratura italiana di minimum fax. Dal 2010 è uno dei conduttori di Pagina3, la rassegna quotidiana delle pagine culturali di Rai Radio3. Con il romanzo Riportando tutto a casa (Einaudi, 2009) si aggiudica il Premio Vittorini, il Premio Viareggio-Rèpaci 2010 per la narrativa e il Premio Volponi. Con il romanzo La ferocia (sempre pubblicato da Einaudi) nel 2015 vince il Premio Strega e il Premio Mondello. Per Rai 5 ha realizzato uno speciale dal Salone Internazionale del Libro 2016.

Dichiarano il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la Sindaca di Torino Chiara Appendino: «Raccogliendo il frutto del lavoro svolto dalle istituzioni e dagli organi statutari, proponiamo di nominare Nicola Lagioia come nuovo direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Una scelta giovane e di grande qualità, che saprà portare avanti il progetto di rilancio innovativo che caratterizzerà il futuro del Salone del Libro, a partire dalla prossima edizione della primavera del 2017. Al nuovo direttore e a tutta la sua squadra i migliori auguri di buon lavoro».

La nomina di Lagioia, definito dall’Alto Comitato «personalità dal sicuro valore professionale e dalla significativa esperienza e capacità», sarà formalizzata nella riunione del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione di stamattina, venerdì 14 ottobre 2016.

Il XXX Salone Internazionale del Libro di Torino si farà: da giovedì 18 a lunedì 22 maggio 2017. Bray presidente della Fondazione

Massimo Bray ha sciolto ufficialmente le riserve. Sarà il Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, che ieri ha deliberato il testo definitivo del nuovo Statuto al quale il Comitato d’Indirizzo ha lavorato nei mesi estivi, e che formalizza l’ingresso nella compagine societaria di Mibact, Miur e Intesa Sanpaolo accanto a Regione Piemonte, Città di Torino e Città Metropolitana di Torino. Sono anche state annunciate le date del XXX Salone Internazionale del Libro di Torino: si svolgerà da giovedì 18 a lunedì 22 maggio 2017. Un Salone che si annuncia «molto competitivo e allettante» come costi di plateatico per gli editori.

Sono i risultati dei lavori dell’Assemblea dei Soci della Fondazione per il Libro, che si è riunita ieri a Palazzo di Città di Torino sotto la presidenza della Sindaca di Torino Chiara Appendino. Sono intervenuti il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, le Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi e della Città di Torino Francesca Leon, il rappresentante di Intesa Sanpaolo Michele Coppola e – in collegamento Skype – Rossana Rummo per il Mibact e Arnaldo Colasanti per il Miur.

Ha spiegato la Sindaca Appendino: «Le date di maggio del prossimo Salone non sono una semplice conferma di quanto già annunciato a suo tempo, ma sono frutto di un’analisi condotta ex novo attraverso una consultazione fra i Soci fondatori e gli editori, a partire dagli 80 che hanno dato vita all’Associazione Amici del Salone di Torino e che le hanno valutate come le più idonee in relazione alle loro esigenze di programmazione».

La conferma di Bray è il primo tassello della governance del nuovo Salone: il Vice-Direttore generale della Città di Torino Giuseppe Ferrari è stato nominato Segretario Generale della Fondazione per assicurare l’operatività immediata. A questa configurazione si legano le prime anticipazioni sul progetto culturale del Salone di Torino. Sarà un Salone organizzato per aree tematiche, a capo di ognuna delle quali ci sarà un responsabile culturale che vedrà anche il coinvolgimento diretto dei Soci fondatori. A coordinarli non sarà tanto una figura di direttore editoriale unico, quanto una figura-cerniera di «caporedattore», come lo ha definito il Presidente Chiamparino.

logo_salone_libroNovità anche nella gestione della parte commerciale del XXX Salone. Ha spiegato l’Assessora Parigi: «L’individuazione del soggetto che gestirà la parte commerciale del Salone 2017 scaturirà da una procedura di evidenza pubblica, un «dialogo competitivo» com’è definito dal nuovo Codice degli Appalti. La Fondazione per il Libro resta infatti la titolare delle attività commerciali, incassando direttamente gli introiti derivanti dall’affitto degli spazi espositivi e delle biglietterie».

Una parte centrale del Salone sarà rivestita dai progetti sviluppati assieme ai due Ministeri soci: quello di alternanza scuola-lavoro ed educazione alla cittadinanza attiva, promosso dal Miur, e quello di promozione del libro e della lettura sviluppato dal Mibact. Francesca Leon: «Stiamo dialogando con i più importanti festival culturali d’Italia raccolti nelle Città del Libro, che avranno nel Salone di Torino la loro grande vetrina e anteprima nazionale». Quello del 2017 sarà un Salone sempre più in- e off- al tempo stesso: la sera chiuderà al Lingotto attorno alle 20 per trasferirsi nel centro di Torino con una ricca offerta di eventi nelle librerie, biblioteche, palazzi e altre sedi, in un palinsesto che vedrà il coinvolgimento diretto di tutti i soggetti della filiera del libro e della cultura. Fra i nuovi spazi protagonisti ci sarà il Grattacielo di Intesa Sanpaolo. Intesa Sanpaolo ha infatti ribadito in Assemblea l’intenzione  di mettere a disposizione il nuovo Grattacielo per l’intera durata del Salone come spazio per la programmazione di incontri, reading, spettacoli ed eventi.

Il progetto del Salone 2017 sarà sviluppato e condiviso con gli editori che lo vorranno, e che ora potranno anche partecipare ai lavori della Fondazione in forma associata. Lo prevede infatti il nuovo Statuto attraverso il Comitato d’Indirizzo. Acquisiti i passaggi agli uffici legislativi dei Ministeri, l’iter per l’approvazione definitiva del nuovo Statuto prevede ora l’approvazione da parte di Giunta e Consiglio della Città di Torino e della Regione Piemonte, e di Intesa Sanpaolo, previo il necessario parere tecnico da parte della Prefettura in qualità di organo di controllo.

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