Ci saranno anche i “granelli” di SABBIAROSSA – come la casa editrice reggina ama chiamare i suoi libri, ispirandosi al raffinato pensiero di Norberto Bobbio – a Gerace Libro Aperto, la rassegna regionale di editoria organizzata dal Comune di Gerace, alla sua seconda edizione, che partirà sabato 27 aprile per concludersi mercoledì 1 maggio 2013 nella cornice del Chiostro del Complesso Monumentale San Francesco d’Assisi, con stand e incontri a tema organizzati dal Comune di Gerace con gli editori calabresi che hanno aderito all’iniziativa.
La rassegna organizzata nel suggestivo comune della Locride sarà l’occasione per fare il primo consuntivo di un anno e pochi mesi di attività editoriale, nonché per presentare, in anteprima calabrese, l’ultima novità, in distribuzione.
Primo appujntamento con contro versa – genealogie impreviste di nate negli anni ’70 e dintorni –, collettanea al femminile, scritta da dieci autrici, che inaugura la collana GENEAOLOGIE, nata per declinare le tematiche sociali e culturali di genere. contro versa, viaggio in direzione ostinata e contraria, alla scoperta di possibili pratiche – le proprie – dell’esserci e dell’incidere sulla realtà, inizia proprio dalla Calabria, “contro”, con le tre narrazioni di “Pensarsi donne tra privato e pubblico”.
La giornalista Mara Rechichi coordinerà il dibattito di sabato 27 aprile, alle ore 19, con Doriana Righini (autrice della narrazione La figura rimane, che apre in punta di penna e subito arriva alla pancia, ripercorrendo i passi e insieme le durissime scelte di Lea Garofalo, raccontati e mediati dagli occhi della sorella Marisa e, sullo sfondo, da quelli della figlia Denise) e Giovanna Vingelli (autrice de La passione del capire. La trasmissione generazionale in Università, in cui si interroga su come tessere reti e connessioni tra diverse generazioni di donne, ma anche, come Penelope, su come disfarsi, al momento opportuno, dei ruoli assegnati). Le due autrici fanno parte, con Gisella Modica, Pina Nuzzo e Alessandra Pigliaru, del comitato scientifico della collana GENEAOLOGIE, di cui Doriana Righini è direttrice.
Martedì 30 aprile, alle ore 17, sarà la volta di senza targa – per non morire la seconda volta di ‘ndrangheta –, viaggio nella Calabria della buonavita, quella che cerca ogni giorno di sopravvivere alla malavita. Un viaggio intenso e corale, raccontato da due voci fuori dal coro, per scelta.
Paola Bottero e Alessandro Russo, autori della fortunata edizione di senza targa, racconteranno, affiancati da Patrizia Prestia, una dei “dodici apostoli” che animano le pagine del libro.
Con Patrizia Prestia i ragazzi della Gurfata, splendida realtà che porta in tutta Italia, dalla Locride, la gioia e il prestigio dei ragazzi che hanno scelto da che parte stare, la Calabria che non viene raccontata: quella bella, solare, fuori dai grigi e dai neri della morsa della ’ndrangheta. Con ricette semplici e profondissime, quelle di Patrizia Prestia: «La sera fatevi sempre un esame di coscienza, ma soprattutto interrogatevi: quanto ho riso oggi? […] Non ci vuole molto per ridere, se hai la predisposizione giusta d’animo. Ci vuole solo la voglia».
L’appuntamento è a Gerace.
La storia dei granelli di SABBIAROSSA continua.
A Reggio Calabria in scena la buonavita
Il contest estivo ha ospitato la nuova uscita di sabbiarossa ED
di Josephine Condemi per strill.it
“Una sera, sulla spiaggia a pensare, vedo un animaletto vicino a me…subito penso ad uno scherzo, poi mi accorgo che queste ombre sono tante, e capisco che sto assistendo ad una schiusa di tartarughe marine… mi avevano spiegato che per trovare la strada verso il mare seguono la luna, ma con le luci della strada qualcuna aveva già perso l’orientamento… ho messo i piedi nell’acqua e ho puntato la torcia che avevo con me su di loro. Sapevo che forse, dopo 20 anni, qualcuna di quelle tartarughe sarebbe tornata a deporre le uova su quella spiaggia in cui era nata. Insomma, ho capito che dovevo fare la luna bugiarda…” : così Patrizia Prestia ha fondato nella Locride “la Gurfata, un gruppo di artisti di strada che dal 1997 cerca di reinserire minori coinvolti in attività criminose, tanti ragazzi verso la libertà del verbo potere: posso rimanere qui senza compromessi, posso vivere, posso testimoniare…” Così come testimonia Prestia nella serata di Tabularasa dedicata alla Calabria della buonavita, quella che, ha sottolineato Paola Bottero, “è fatta di persone che raccontano storie quotidiane senza clamori, senza targhe”… E “Senza targa” è il titolo del libro di Bottero e Alessandro Russo presentato a Tabularasa: “non c’è bisogno di etichette, di dire ‘qui la ‘ndrangheta non entra’ per impegnarsi” ha evidenziato Russo “Come non è vero che non esistono i lati negativi: se dobbiamo raccontare questa terra, raccontiamola a tutto tondo”. Dei dodici apostoli raccontati nel volume ( Don Giacomo Panizza, Norina Ventre-mamma Africa, Carolina Girasole tra gli altri) anche Mario Congiusta, padre di Gianluca, assassinato a Siderno nel 2005: “io non ho nulla di bello da raccontare, la mia giornata si apre con l’angoscia… cerco di denunciare le cose che non vanno affinché ciò che è successo a mio figlio non succeda più a nessuno… Non sono un apostolo, un eroe, ho fatto solo il mio dovere di padre. Non pretendo di avere la verità in tasca, ma quando ho sentito il giudice Morosini da questo palco affermare che il 41 bis è disumano, mi chiedo: è più disumano il 41 bis o uccidere? Io sono disposto a meditare, ma venga Morosini il 21 marzo, giornata della memoria, a riflettere con almeno 700 familiari di vittime, insieme a chi lo ha subito il torto, cioè famiglie intere… chi commette reato lo mette in conto il 41bis, io non ho mai messo in conto di diventare padre di una vittima di mafia! gli unici condannati a fine pena mai siamo noi familiari!” Alla veemenza e alla tristezza di Congiusta fa da contraltare lo stile di vita di Prestia, che ha deciso di “ridere almeno 15 min al giorno: Pier Paolo Pasolini diceva che chi è derubato e piange ha perso qualcosa, chi è derubato e ride ha rubato qualcosa al ladro”… complementari, perché entrambi insofferenti nel sentire i soliti appelli ai giovani: “finiamola con questa cosa che sono i giovani a dover cambiare le cose!” ha sottolineato Congiusta “La nostra è una generazione di falliti perché quello che ha ricevuto di positivo lo ha consegnato in negativo. Io stesso ho cominciato a gridare quando hanno ammazzato mio figlio… prima, non ci si costituiva parte civile… Se noi, quelli della nostra generazione, riusciremo a rendere questa regione uguale alle altre, e i ragazzi vorranno rimanere, che lo facciano, ma che nessuno cerchi di costringerli caricandoli delle nostre responsabilità! ” Prestia fa eco: “noi siamo il presente, dobbiamo dire ai ragazzi che gli adulti sono qua! Io non penso che siamo in grado di cambiare le cose, ma di fare in modo che le cose non cambino noi, facendo con gioia quello che ci fa stare bene, sì”. E aggiunge: “in 20 anni di attività, ho conosciuto tantissimi ragazzi. Chi se n’è andato, chi è rimasto, chi ha continuato a fare il delinquente… ma tanti sono adulti diversi, che hanno capito il confine tra lecito e illecito, un confine che spesso qui non si riesce a vedere…” Come non si riesce a vedere la buonavita: “i lati negativi, la ‘ndrangheta, sono come un polpo che sprizza inchiostro, così sembra che il mare sia tutto nero” ha concluso Paola Bottero “Ma non è così. E noi siamo innamorati del mare…” Naturalmente (e culturalmente) frontiera.
Esce a metà luglio in Calabria, entro fine luglio in Italia,
la novità della collana RIFLESSIONI
È in distribuzione da stamattina la nuova uscita di sabbiarossa ED: senza targa, “per non morire la seconda volta di ‘ndrangheta”. Il libro, 336 pagine scritte da Paola Bottero e Alessandro Russo, è stato presentato in anteprima nazionale a Viterbo, durante Caffeina Cultura, lunedì 9 luglio, sotto la regia del giornalista e scrittore Daniele Camilli.
senza targa è un viaggio intenso e corale, raccontato da due voci fuori dal coro, per scelta. senza targa non è un saggio, non è un romanzo, non è un diario: un “viaggio nella Calabria della buonavita, quella che cerca ogni giorno di sopravvivere alla malavita”.
«Esiste una buonavita, in Calabria. Esistono persone che lottano quotidianamente, in silenzio, contro la malavita. Lo fanno perché non saprebbero fare altrimenti. Lo fanno perché credono sia l’unica risposta possibile al dilagare di indifferenza che ha investito anche loro». Così gli autori spiegano la scelta di questo viaggio alla ricerca delle positività nella punta dello stivale italiano. «Abbiamo girato la Calabria per ritrovarle. Le abbiamo cercate per raccontarle, per avere risposte. Non è stato facile ridurre la nostra narrazione nei confini numerici che ci eravamo dati prima di partire con la nostra ricerca. Ma siamo convinti di aver fatto ottime scelte. Li abbiamo chiamati “i nostri dodici apostoli” utilizzando l’accezione estensiva di un termine che fa parte della nostra cultura e delle nostre radici. I nostri dodici apostoli sono persone che hanno scelto. La loro vita è dedicata con ardore all’affermazione e alla diffusione di un’idea: si può stare dalla parte giusta, si può scegliere la buona vita. Senza targhe, senza megafoni. Solo perché si vuole vivere cercando di sconfiggere la malavita».
senza targa parte dalle “sfumature del Virus” che dalla Calabria ha contagiato l’Italia, e non solo, tratteggia le figure di due “donne-sindaco”, Maria Carmela Lanzetta ed Elisabetta Tripodi e le “mimose sciolte nell’acido”, Lea Garofalo, attraverso la denuncia della sorella Marisa, Maria Concetta Cacciola, Angela Costantino, Tita Boccafusca, passa per Orsola Fallara e Giuseppina Pesce, tra i chiari e gli scuri, i professionisti e i professionismi dell’antimafia, per arrivare al viaggio nella buonavita.
12 tappe, 12 profili-intervista tratteggiati a penna e a matita(all’interno sono presenti le tavole realizzate da Caterina Luciano, artista di punta che cura l’immagine e la realizzazione in opere originali delle cover per sabbiarossa ED): Liliana Esposito, mamma di Massimiliano Carbone, ucciso a Locri nel 2004, Patrizia Prestia, che ha trasformato i ragazzi di strada di Locri in artisti di strada, Mario Congiusta, papà di Gianluca, assassinato a Siderno nel 2005, don Pino Demasi, colonna portante di Libera nella Piana di Gioia Tauro, Gaetano Pisano, maestro di musica, direttore dell’orchestra di fiati di Delianuova, Norina Ventre, Mamma Africa di Rosarno e degli “schiavi neri”, Mary Sorrentino, mamma di Federica Monteleone, uccisa in una sala operatoria nel 2007, don Giacomo Panizza, fondatore a Lamezia Terme di Progetto Sud, punto di riferimento sociale e spirituale, Romano De Grazia, magistrato padre della legge Lazzati che punisce la propaganda elettorale mafiosa, don Ennio Stamile, un faro per i giovani del Tirreno cosentino, Matilde Spadafora, mamma di Roberta Lanzino, studentessa violentata e uccisa nel 1988, Carolina Girasole, il sindaco di Isola di Capo Rizzuto simbolo delle battaglie per la legalità.
Paola Bottero e Alessandro Russo iniziano ora, al fianco dei “12 apostoli”, un secondo viaggio, senza targa, per raccontare in Calabria e in Italia la buonavita. Le prime tappe sono a Reggio Calabria, lunedì 23 luglio, all’interno di Tabularasa (Luna Ribelle, ore 21), e sabato 28 luglio, a Locri (cooperativa Mystia, fondazione Zappia, ore 18).