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I Marò non leggerebbero mai “storie tossiche”

I Marò non leggerebbero mai “storie tossiche”

di Ivano Ferazzoli | BologninaBasement |

In molti ci hanno raccontato l’eroina, lo ha fatto Venditti con “Lilly Lilly Lilly Lilly, quattro buchi nella pelle”, ce lo ha spiegato in modo elegante Battiato con “Per Elisa non puoi più distinguere che giorno è”, ci ha provato anche Carboni ad avvertire Silvia con scarsi risultati ed infine ci siamo anche dovuti accollare Masini, che con il suo caratteristico pensiero positivo ci dice che “domani diventa mai”.
Chiunque ha scritto o cantato l’eroina, quello che vi propongo oggi però è un punto di vista diverso, ovvero il punto di vista di Domenico Salamone, aka Milingo Sutera, che attraverso il libro Storie tossiche, edito da Sabbiarossa Edizioni, ci propone sette storie differenti, sette ritratti, sette punti di vista: i racconti ci restituiscono letteralmente le vite di molteplici personaggi che si trovano a percorrere la stessa strada dell’autore, la strada dell’eroina, la strada della scimmia. Anche se il leitmotiv è uno, le pagine scivolano via tracciando un percorso molto sofisticato che va ben oltre la roba, perché di persone si parla. E per questo ringrazio Milingo, per avere riportato alla luce, “spada dopo spada”, storie gentili d’amore e disperazione, storie crude di stenti e d’ironia spiazzante, per avere richiamato a gran voce quei nomi e per avere strappato dal vortice dell’oblio i volti fragili dei figli dell’eroina.

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