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vince la narrazione identitaria

Cosa hanno in comune una birra, un amaro e le due grandi isole italiane? Cosa accomuna Sardegna e Sicilia nelle strategie di marketing territoriale?
Storie e magie dei luoghi che diventano il fulcro della narrazione identitaria di due prodotti da lanciare sul mercato.

Compro quella birra, bevo quell’amaro perché mi ricordano la terra di origine, i suoi colori, i suoi calori.

una birra che canta l’anima sarda

Ha iniziato Leo Burnett con lo spot per Ichnusa (produzione The Family, regia di David Holm, e fotografia di Justin Henning). Oggi è la birra di Sardegna, l’anima sarda in cui tradizione e innovazione si incontrano e sublimano. Quasi nessuno la conosceva prima del 2017, quando lo spot in bn inziò a girare sui canali nazionali, declinando nuraghi e loft, mammutones e Halloween, pastori e hipster, surf e social.

Certo, la birra è buona. Ma l’avremmo assaggiata senza quella narrazione identitaria? Siamo stati conquistati dal messaggio prima che dal gusto. Un messaggio chiaro, secco, irriverente. Una birra dal carattere deciso come la sua terra. Incontaminata, orgogliosa, raccontata in collage capaci di rivendicare l’autenticità di una terra fatta di tradizioni e del carattere di un popolo antico e fiero.

il marketing e lo storytelling

Il marketing non si basa più sulle cose che fai, ma sulle storie che racconti”. Parola di Seth Godin, classe 1960, che dopo una laurea in informatica, una in filosofia e un MBA ha iniziato a studiare, applicare e spiegare le nuove frontiere del marketing: “Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie e magia”.

Storie che prescindono dal mare da cartolina – al massimo quello cavalcato dai surfisti di Porto Ferro, o quello che dà il sound. La Sardegna solitamente rappresentata, quella dei panfili e dei like da influencer, è lontana anni luce.
Così nasce la narrazione identitaria, l’orgoglio di un territorio, la magia. Lontano dai cliché cui siamo sempre più abituati, raccontando storie vere.

Storie che evidentemente funzionano, se sta è appena uscito uno spot che ricalca il concept Sardegna/birra e lo declina sull’altra grande isola, la Sicilia, andando oltre i cliché da cartolina.

il gusto pieno della vita è Open Sicily

Succede che il vecchio mondo dell’amaro Averna non funziona più, va cambiato velocemente per non perdere fette di mercato. Wunderman Thompson crea una nuova narrazione dell’amaro siciliano con una campagna che celebra vibrazioni e modernità dell’isola, partendo dalle tradizioni (regia del siciliano Piero Messina e del parigino Greg Ohrel). In onda dal 30 agosto 2020, lo spot invita i consumatori a scoprire la ricchezza culturale e la vitalità dell’isola. A cavallo di un drone si sfreccia sul mar Mediterraneo, si approda nell’isola, si incontra una giovane donna che scende le scale avvolta in un tradizionale mantello popolare nero.

La colonna è ritmatissima, mescola siciliano e inglese, stacca dalla tradizione all’innovazione. La donna si toglie il mantello e regala vita. Velocità, profumi, colori, mercati, agrumi, sorrisi, brindisi, sorrisi, bicchiere di amaro, fiori, corse, palazzi, tavole, tavaglie, maioliche, sorrisi, pranzi, amaro, amici, convivialità, luoghi, persone, momenti.
L’amaro che ti apre un mondo è aperto sulla Sicilia migliore. Quella vera, quella che si conosce e di cui ci si innamora, a tal punto da volerla rivivere anche a casa, terminate le vacanze, cercando i suoi profumi e le sue emozioni nella bottiglia di amaro.

l’orgoglio dell’identità

E dunque cosa hanno in comune Ichnusa e Averna?
Un territorio identitario di cui andare fieri: Sardegna e Sicilia sono un valore aggiunto per le due realtà imprenditoriali che hanno scelto di raccontare i due prodotti tutto sommato molto simili puntando sulla narrazione dei luoghi e della loro storia.

La domanda è: perché le altre regioni del Sud Italia – ma anche quelle del Nord – non vengono raccontate con lo stesso orgoglio di appartenenza identitaria? Forse perché non hanno lo stesso appeal di Sicilia e Sardegna? O perché i prodotti delle altre regioni non sono così identitari? O perché le aziende produttrici sono convinte che debbano essere gli enti locali – Regioni, Comuni, Città metropolitane – a studiare le giuste strategie di marketing, e nel frattempo staccano la comunicazione dei propri prodotti dal territorio in cui nascono?

In un mondo glocalizzato anche a livello di consumi, in cui l’identità è un valore aggiunto assoluto, la strategia di Ichnusa e Averna è doppiamente vincente: legare il prodotto al territorio crea un flusso empatico che va oltre il suo posizionamento sul mercato. E fa vincere due volte.

Sarebbe bello se anche altre aziende prendessero questa direzione strategica ed iniziassero a raccontare i propri prodotti inseriti nel territorio.
Nel frattempo attendiamo lo spot girato a inizio luglio per poco meno di due milioni di euro che la governatrice della Regione Calabria ha commissionato a Muccino sugli agrumi.

Paola Bottero | SUDeFUTURI MG

il battesimo di un nuovo granello

Ritorna sullo Stretto per il “battesimo” di un nuovo granello.
SABBIAROSSA, nata dieci anni fa a Reggio Calabria come casa editrice e società di comunicazione strategica, diventata un punto di riferimento nazionale e internazionale e trasferitasi definitivamente a Roma alla fine dello scorso anno, ha appena pubblicato un nuovo libro, che sarà presentato martedì 18 agosto al Pepy’s Beach, sul Lungomare di Reggio Calabria (accanto all’Arena dello Stretto), dalle ore 19.30.

A tenere “a battesimo” vivere di.versi, oltre all’autrice Cetty Costa, al suo secondo libro, parteciperanno con le loro performance Rosanna Palumbo, Lorenzo Praticò e Tiziana Serraino. Musica e parole per raccontare, con la moderazione di Paola Bottero, il senso di un libro che non è un racconto lungo, né un romanzo breve: piuttosto un pamphlet 5.0, che parte da suggestioni psicanalitiche con cui l’autrice tratteggia, a penna e a matita, nove diverse personalità accomunate – come spiega il decimo personaggio – dalla tendenza di ciascuno a sentirsi ora Cappuccetto Rosso ora il lupo.

Che peso hanno i dolori altrui? Se non siamo partecipi allo sconforto di qualcuno, se non lo ascoltiamo, se è solamente un rodere sordo per le nostre orecchie, allora non esiste? Davvero “per tutti il dolore degli altri è dolore a metà”?
Domande importanti, quelle con cui inizia il percorso di vivere di. versi.
La storia antica di ciascun personaggio, che è insieme icona della nostra vita e (re)incarnazione di persone care all’autrice, si intreccia con la storia quotidiana di ciascuno di noi: è una sorta di staffetta, di passaggio del testimone per imparare a dominare le nostre emozioni e a trovare nella nostra autenticità una delle risposte alle tante domande che “volano nel vento”.

SalTo18: non dimentichiamo l’orizzonte disegnato insieme

«Stavolta cerchiamo di non fare come capita troppo spesso, quando tornando a casa veniamo schiacciati dalla quotidianità e dimentichiamo l’orizzonte disegnato insieme».
Con questa speranza i giornalisti e scrittori Paola Bottero e Alessandro Russo hanno lasciato Torino. Volge al termine la 31ma edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino  – #SalTo18, che sarà ricordata come quella delle grandi affluenze. Mentre al Lingotto i riflettori si spengono e ciascuno si prepara al rientro, è molto forte la speranza di essere stati testimoni di una ripartenza per una nuova narrazione. Una narrazione in cui leggere diventi, anche in Calabria, un qualcosa di importante da condividere, proteggere e far crescere.

SalTo Irto, Abate, Bottero
da sinistra Nicola Irto, Carmine Abate e Paola Bottero
SalTo Corigliano, Floriani, Bottero, Viscomi
da sin. Maria Francesca Corigliano, Gilberto Floriani, Paola Bottero e Antonio Viscomi

“lamentarsi come ipotesi”

I fondatori di SABBIAROSSA, uno dei 13 editori che hanno animato lo stand della Regione Calabria, non hanno dubbi: «È finito il tempo di “lamentarsi come ipotesi”, per citare il grande Voltarelli».

«Quando ci siamo accorti che il giornalismo, locale e nazionale, non riusciva a superare gli stereotipi negativi» hanno spiegato «e non bastava a ricostruire una narrazione della Calabria aderente alla realtà, abbiamo iniziato a cercare altri mezzi, altri modi.
Da ormai più di dieci anni costruiamo occasioni per far conoscere la nostra regione a giornalisti, registi, premi Oscar, scrittori, intellettuali. Insieme ad una nuova narrazione che portiamo avanti con la nostra casa editrice c’è anche bisogno di far conoscere dal vero le meraviglie di questa nostra terra».

«Il lavoro è lungo, ma pieno di soddisfazioni, che potrebbero essere ancora maggiori se riuscissimo ad avere una vision unitaria ed unita. Noi stiamo continuando a farlo: proprio stamattina abbiamo delineato i passaggi fondamentali di un progetto importante, fatto di sinergie e condivisioni. Speriamo di poterlo ampliare a quanti più attori possibili: intanto agli scrittori incontrati al Salone. E poi alla Regione attraverso il Presidente Irto, da sempre attento ad ogni sollecitazione culturale, e l’assessore Corigliano, che inizia un percorso di (ri)costruzione che è di cucitura e di messa in rete delle immense potenzialità culturali della nostra terra».

SABBIAROSSA al Salone

Sabbiarossa Edizioni è stata presente al Salone del Libro di Torino con alcuni dei suoi titoli più recenti.

Sabato la scrittrice Paola Bottero ha partecipato alla tavola rotonda dal titolo “la regione degli scrittori per una nuova narrazione della Calabria”. Insieme agli altri scrittori – Carmine Abate, Giuseppe Aloe, Ettore Castagna, Gioacchino Criaco, Domenico Dara, Nicola Fiorita, Mimmo Gangemi, Olimpio Talarico – i rappresentanti istituzionali Irto e Corigliano. Moderazione di Filippo Veltri.

Domenica è stata la volta della presentazione, moderata da Alessandro Russo, del libro Sono un ragazzo di paese di Nino Mallamaci, collana Memorie (foto).

Sono un ragazzo di paese a Torino e Taurianova

Ci sono almeno due modi per approcciarsi a Sono un ragazzo di paese, l’ultima creazione letteraria di Nino Mallamaci. La modalità di chi si approccia alla vita dell’amico Nino, che già conosce, con il suo fare rilassato e sornione, provocatorio e ironico, con le sue vicende più o meno paradossali o tragicomiche. Chi lo conosce, che ne è amico, sa già quanto sia spericolato alla guida, quanto sia attratto dal gentil sesso di bell’aspetto, quanto sia padre smisuratamente innamorato e quanto sia orgoglioso, a buona ragione, della sua storia personale e familiare. In tal senso il suo “libriccino”, come lui stesso lo definisce, ancora una volta teneramente simpatico verso sé stesso, non sarà altro che una conferma, una eclatante conferma, di chi è Nino Mallamaci, del suo spirito autentico e spudoratamente schietto. Chi gli vuole già bene gliene vorrà di più, perché ogni rigo è pura espressione del suo carattere e del suo stile di vita.
Vi è poi una seconda modalità per nulla scontata: quella puramente narrativa e letteraria. Seguendola il “libriccino” può rivelarsi ben più potente e con vocazione meditativa. Il “paese” di Nino Mallamaci si trasforma in uno stato d’animo che, a ben guardare, al giorno d’oggi, abbiamo del tutto smarrito. Oggi, immersi nella tentacolare rete senza limiti geografici del web e dei social network, non disponiamo più di quello stato d’essere ascrivibile a un luogo. Il “paese” di Nino, così come per altri il quartiere, il condominio, la città in cui si è fatta l’università…, è un limite geografico ormai smarrito che offriva orizzonti relazionali arcaici, forti, potenti. La tenerezza smisurata degli affetti, gli odori legati indissolubilmente ai ricordi, la semplicità dei giochi d’infanzia, un lessico famigliare che richiama una Calabria pietrosa e afosa. Il “paese” è scandito da tempi lenti e liturgici (…ogni estate… ogni domenica… ogni Natale…), offre un rituale rassicurante e rarefatto, rotto, nel racconto di Mallamaci, dallo spirito rivoluzionario della sua gioventù, tra ribellione e sogni, tra ambizioni e desideri, rivelando una purezza d’animo come quella di un bambino, tra l’eccitazione per le novità e il perdurare degli affetti familiari. Così, anche quando Nino lascia il “paese”, lui resta un ragazzo di paese, nelle sue avventure in una quotidianità urbana che gli richiede forte spirito di adattamento, in una sfida continua alla sorte e alle leggi di Murphy. Nino sopravvive agli eventi che sopraggiungono con una autoironia esilarante, sarcasmo, senso dello humor e, a dire la verità, una piacevolissima verve letteraria. E se quella semplicità e quella genuinità “motticiana” sono ormai dentro il narratore per sempre e non lo abbandoneranno mai, idem quel senso del rigore, quell’inflessibilità di fronte a ciò che è ingiusto, quell’intolleranza nei confronti dell’intollerante, quel dover fare una cosa perché è giusto che si faccia, piaccia o non piaccia. La parola diviene pietra, il sentimento diviene valore etico irrinunciabile. Il paese per lui è radice e dunque il narratore non può che essere radicale, in ciò che fa e pensa.
Ma vi immaginate, dunque, se ognuno di noi avesse un paese a cui ispirarsi? Vi immaginate se avessimo ancora tutti la possibilità, almeno per un minuto al giorno, di tornare alle nostre radici?
Nel 1950, Cesare Pavese, ne La luna e i falò, scrive: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
“Sono un ragazzo di paese” ci regala il gusto del viaggio dentro di noi, dell’abbandono e del ritorno alle nostre radici; lo fa in una maniera divertente, che ci lascia il sorriso stampato sulla faccia, senza angoscia e senza rimpianti, senza paturnie e senza recriminazioni, ma con quel piacere come di una buona lettura… all’ombra… al mare… in agosto.

Così scrive Laura Cirella del titolo che ha inaugurato la nuova collana di sabbiarossa EDIZIONI, MEMORIE. Un titolo che continua a viaggiare e far viaggiare i suoi lettori: domenica 13 maggio alle 11.30 approderà al XXXI Salone del Libro, venerdì 18, alle 17, sarà a TaurianovaLegge. I due incontri con l’autore saranno moderati da due giornalisti: Alessandro Russo a Torino, Gianluca Ursini a Taurianova.

Buon 2018 di amore e letture

Non servivano i dati Istat sulla produzione e sulla lettura riferiti al 2016 per comprendere a che punto sta la nostra Calabria. Il numero di inediti (o già editi in self publishing: per molti aspiranti scrittori è la stessa identica cosa) che ci arrivano quotidianamente via mail è impressionante: sono oltre mille proposte l’anno. Davvero troppe, soprattutto per un piccola casa editrice indipendente come la nostra.

Che in Calabria il numero di persone che scrivono sia ben superiore a quello di chi legge è un dato di fatto incontrovertibile. Parla chiaro il triste primato negativo fotografato dall’Istat del 25,1% riferito alla percentuale di persone (superiori ai 6 anni) che nel 2016 hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici a professionali: 3 calabresi su 4 non hanno aperto un libro neppure per sbaglio. O forse lo hanno fatto per farsi autografare la copia acquistata in favore di selfie. Perché in effetti alcuni libri fanno il tutto esaurito nelle librerie, ma evidentemente la loro vita termina appena postata la foto ricordo della presentazione sui social.

Lo confessiamo: avendo deciso ab origine che la nostra non sarebbe mai stata una casa editrice a pagamento, ma quello che dovrebbe essere ogni realtà nel mondo vasto dell’editoria – vale a dire uno spazio libero e indipendente per permettere di aprire nuovi varchi capaci di incrinare un’editoria sempre più omologata e stereotipata –, ci siamo fermati, per un po’. Abbiamo continuato a ristampare i nostri granelli, che per fortuna non hanno mai smesso di interessare i lettori (pochi ma buoni) di Calabria (e non), ma nessun nuovo titolo. E non solo perché non abbiamo trovato tra i troppi manoscritti che ci continuavano ad arrivare qualcosa che davvero valesse la pena di dare alle stampe: molte librerie chiudevano, molte non riuscivano a pagare i libri già venduti, in giro si vedevano più pantomime di scrittura, esercizi di ego piuttosto che libri degni di essere chiamati tali.
Ora è arrivato il tempo di riprendere da dove ci siamo fermati. Da qualche mese abbiamo riaperto la nostra ricerca, abbiamo messo a punto il restyling della nostra veste grafica, stiamo selezionando tra i manoscritti quelli che entreranno nel nostro catalogo, abbiamo già iniziato con le prime stampe. In questo ultimo giorno del 2017 non possiamo che pensare alle tante splendide letture che stiamo programmando per il 2018. Con la speranza di riuscire a combattere un tendenza all’ignavia e all’abbandono di cultura così ben evidente dai dati Istat. Che dobbiamo continuare ad avere ben presenti, ogni giorno. E non solo quello successivo alla loro pubblicazione.

Vi aspettiamo nelle librerie. Buon 2018 di letture.

I libri salveranno (forse) la Calabria

il Fatto Quotidiano | Antonio Padellaro

Marchiati 2.0 | la calabrofobia corre anche sul web

Noi calabresi siamo come i sei personaggi in cerca d’autore. Siamo davanti a un palco nudo, in un teatro vuoto, intimamente convinti di essere stati concepiti da uno scrittore che poi ci ha abbandonati al nostro destino. Ci aspettiamo che sia qualcuno scrivere il nostro dramma e che ci siano attori professionisti pronti a portarlo in scena fino a quando, questi ultimi, inevitabilmente, risultano falsi ai nostri occhi. Ogni tanto proviamo a entrare in scena, per rappresentare direttamente la nostra vita, ma ci accorgiamo che l’autore che abbiamo scelto non ha ben capito ciò che vogliamo dire, perché le nostre parole per gli altri hanno un significato diverso e perché ciascuno di noi ha una propria verità e vive il proprio dramma in modo ostinatamente individuale. È come se ci portassimo dietro un senso di colpa atavico, che condiziona la nostra volontà di esistere in quanto “calabrese collettivo” e che può essere risolto solo con la fuga dalla Calabria o con il rinnegare la nostra storia e le nostre tradizioni. Parole sacre come “famiglia”, se associate a “calabrese”, sono ormai diventate sinonimo di cosca di ‘ndrangheta. Pezzi del nostro folklore e del nostro antico modo di essere sono stati ormai fagocitati dentro la rappresentazione della ritualità mafiosa. Non è che il resto del mondo rifiuti il nostro “essere” calabresi. Accade, come scriveva Luigi Pirandello per i suoi sei personaggi in cerca d’autore, che il mondo si rifiuti di comprendere la nostra “ragion d’essere” calabresi. E questo accade perché noi non siamo stati in grado di mettere una rigida linea di confine tra la nostra storia, la nostra vita, il nostro “dramma”, e l’altra storia, quella dei calabresi assassini e violenti, quella dei corrotti e dei corruttori.

Inizia così Marchiati 2.0, in uscita nell’autunno 2017 nella collana IMPRONTE. Tre anni dopo l’uscita di Marchiati [come ’ndrangheta, stampa e tv hanno inventato la nuova “calabrofobia”, RC, sabbiarossa, 2014] Alessandro Russo si prepara ad una seconda edizione, totalmente rinnovata. Tante notizie si sono aggiunte in questi due anni e mezzo, in cui social media e web in genere hanno invaso la vita pubblica e privata. Ma è rimasta ancora, sempre più forte, la calabrofobia ottimamente descritta con fatti e notizie in Marchiati 2.0.

eventi sotto l’albero

dicembre 2016 | Reggio Calabria | 

Metti un Natale, quello 2016. Metti una città, Reggio Calabria. Metti una piazza, piazza Duomo. Metti un Comitato, Corso Sud, che decide di creare i mercatini natalizi. E un’azienda, Fattoria della Piana, che decide di regalare alla città un simbolo di gioia per le festività natalizie.

Tanti incroci, quelli nella piazza centrale di Reggio Calabria. Abbiamo identificato un albero di luci e la struttura per mettere in sinergia tutti gli attori, Comune compreso. E tanti artisti grazie ai quali abbiamo organizzato gli eventi che hanno reso ancora più collettivo e sinergico lo stare insieme.
L’idea di partenza è stata molto chiara. la solita: declinare le positività della Calabria, come sintetizzato nel claim di Fattoria: “la Calabria buona si muove”. Si muove perché ha deciso di smetterla di piangersi addosso. Si muove perché è buona, e non solo da gustare: è buona da vivere, da condividere. Si è mosso il mondo intorno ad un albero aperto, da condividere fino a 360 gradi. Si sono mossi cittadini e turisti, aziende e artisti. Con un calendario ricco e capace di abbracciare tutti i target della Calabria buona.

albero-capodanno-rcScelte eterogenee, per soddisfare tutti i palati e tutti i gusti. 30mila visitatori hanno incrociato la nostra voglia di condividere, animando la città dello Stretto nel migliore possibile dei modi. Questi gli appuntamenti:

  • le ciaramedde | 11/12/16 | in collaborazione con l’Associazione Zampognari di Cardeto e l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte | Non è Natale senza zampognari: il primo evento non poteva che aprire con i suoni antichi delle zampogne
  • Kassoumaye 2 | 16/12/16 | pace in senegalese, ritmi e balli sotto l’albero: le percussioni di Ousmane Bodian e del suo gruppo hanno movimentato la piazza per oltre due ore. E anche il freddo è diventato un ricordo, per condividere insieme la Giornata Internazionale dei Migranti
  • Claps e Hen Dance Center | 22/12/16 | gospel, swing e jazz, con una scelta di brani ricchi di emozioni. Come quelle dei balletti del gruppo arrivato al secondo posto mondiale, che proprio il 22 ha ricevuto la targa dal sindaco Giuseppe Falcomatà
  • brindisi al 2017 | 01/01/17 | iniziare l’anno nuovo incrociandoci sotto l’albero: è nata così l’organizzazione del Capodanno in piazza: all’una e trenta il brindisi, poi la musica dei dj Filippo e Massimo Lopresti in sinergia con il Mia Mamma Mia.

L’albero è rimasto in piazza Duomo dal 6 dicembre al 6 gennaio 2017. Ma continua ad illuminare il percorso di Fattoria della Piana: con il concorso “un selfie ti porta in Fattoria” abbiamo raccolto sulla pagina Facebook di Fattoria tantissimi scatti che sono andati in votazione tramite i like, e che hanno portato 5 concorrenti a vincere 22 pasti nella Masseria di Candidoni (Rc). La Calabria buona continua a muoversi. E a gustare il buono e il bello di questo nostro territorio.

- alcuni momenti sotto l'albero 
- i vincitori del concorso fotografico 
- un selfie ti porta in Fattoria 
- i video di alcuni eventi 

Sabbiarossa al XXIX Salone del Libro di Torino: parte da Faceboom il viaggio nel lato oscuro della società

Ottimo il consuntivo di sabbiarossa edizioni alla chiusura del XXIX edizione del Salone internazionale del Libro di Torino: continua a crescere l’interesse per i titoli della casa editrice indipendente nata quasi cinque anni fa a Reggio Calabria, ormai quasi un caso nazionale per la scelta di una narrazione e di una linea editoriale che, lontane da logiche commerciali, incontrano sempre più il favore dei lettori. Qualità e non quantità: questa la scelta ab origine. Una scelta che premia. Una scelta che ha fatto optare, a fronte della presenza nello stand della Regione Calabria di libri come il primo nato nella collana RACCONTInTASCA, Storie tossiche di Milingo Sutera, o del fortunato il bicchiere mezzo pieno di Fiorita e Rafele, collana IMPRONTE, per un’unica presentazione, quella dell’ultimo titolo di narrativa, collana STORIE.

s5-salto16-03Faceboom di Paola Bottero, come gli altri libri della stessa autrice già alla seconda ristampa, è stato il fulcro intorno al quale si è sviluppato un incontro molto interessante e partecipato, che ha saputo partire dall’opera per andare oltre e perlustrare le tante sfaccettature del mondo social. Condotto da Fabio Malagnino, giornalista dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Piemonte, l’incontro ha avuto come relatori Cristopher Cepernich, sociologo dei media dell’Università di Torino, e Federica Roccisano, assessore al Welfare della Regione Calabria, oltre ovviamente all’autrice Paola Bottero, che è stata sollecitata non solo come scrittrice, ma anche come giornalista e comunicatrice.
Ne è uscito un confronto partecipato e molto interessante, in cui sono state condivise domande e cercate risposte.
«Un libro intenso, scritto in modo egregio» ha esordito Cepernich. «Un libro che va letto non solo perché è piacevole leggerlo, ma anche perché offre uno spaccato reale di quello che è diventata la nostra società: racconta lo squallore di vite che sarebbero squallide anche senza i social, ma che attraverso i social si mettono sotto la lente di ingrandimento per restituire il loro nulla. Come nulla è anche Facebook: l’errore più grande che facciamo quando approcciamo ai social network è di crederli media. Ma non sono media: su Facebook non succede nulla. Facebook connette, è una piattaforma, una rete, eppure la stiamo a guardare come se fosse una nuova televisione».
«La mia ricerca narrativa si sviluppa intorno a quella “e” che fa la differenza, tra social e sociale» ha confermato Bottero. «Sono molto più attenta e preoccupata della deriva sociale, che tanto facilmente emerge dai social. Per me Facebook è un linguaggio, uno strumento, che purtroppo spesso facilita la crasi tra apparenza e sostanza, l’incapacità di essere e la propensione a raccontare di essere, così ben rappresentata dal quarto d’ora di celebrità di cui parlava Warhol. Le diciotto vite incatenate di Faceboom non sono altro che le mie paure, un modo per vedere il burrone della disumanità prima di caderci dentro».
Le sollecitazioni di Malagnino sono state una narrazione nella narrazione: partendo da Faceboom e da alcuni suoi personaggi ha abbracciato la politica, la sociologia, le riflessioni più urgenti. Costringendo i relatori ad un vero e proprio outing, come quello di Roccisano: «Quando mi hanno bruciato la macchina parcheggiata sotto casa, il commento più frequente è stato: ti sei esposta troppo, sei sempre su Facebook e Twitter a scrivere dove vai, cosa fai, chi incontri. Era ovvio che ti arrivasse un’intimidazione. Anzi, strano che non sia successo prima. Per loro utilizzare strumenti come i social per informare del mio operare amministrativo significava automaticamente creare malumori».

s5-salto16-12«Mi piace raccontare anche la follia della vostra impresa, con la nascita di sabbiarossa edizioni»: la chiusura dell’incontro è stato un resoconto sollecitato da Malagnino sull’esperienza «di essere editori puri, in un mare fatto di grandi cartelli nazionali e di piccole realtà tipografiche, editori a pagamento che soddisfano la richiesta degli aspiranti scrittori ponendosi sul mercato “un tanto a cartella”. Vi seguo da quando siete nati. E continuerò a farlo, granello dopo granello, perché state restituendo una narrazione puntuale e libera di una terra che ha bisogno di voci indipendenti».

il 2015 in pillole

Bei libri, bei granelli di sabbiarossa, che anche in questo 2015 hanno iniziato a farsi sollevare dal vento per farsi conoscere dai loro lettori. Gennaio di ripresa con le presentazioni del romanzo Beltempo di Saverio Pazzano: il 24 a Firenze,  La Citè libreria, con don Andrea Bigalli, il 25 a Pistoia al circolo Arci Ho Chi Min.

Saverio Pazzano ha portato Beltempo in giro anche a febbraio: il 12 è stato Lamezia Terme, alla libreria Tavella, con Rosa Tavella e Paola Bottero, il 13 a Catanzaro, nel Complesso S. Giovanni, con Piero Caprari, Rossella Mulè, Claudia Pulice e Loredana Marzullo, il 16 di nuovo a Catanzaro, all’interno del progetto Gutenberg, con gli studenti dell’ITAS Chimirri.
Il 19 a Vibo Valentia il sistema bibliotecario, ha organizzato l’incontro giornalismi e giornalisti in Calabria: come l’informazione può deformare i fatti e gli atti. Un dialogo a tre voci: il pm della Dda di Reggio Antonio De Bernardo con Alessandro Russo e Marchiati, Paola Bottero e carta vetrata. Il 20 i granelli sono approdati a Genova: Ledi Cafuli ha presentato il romanzo Beltempo con l’autore Saverio Pazzano nella libreria l’amico ritrovato.

Aprile si è aperta con il 10 a Reggio Calabria, alla libreria Culture, con la presentazione del romanzo Beltempo: con l’autore Saverio Pazzano la moderatrice Maria Quattrone, componente del Comitato Scientifico del CIS. Il 16 Saverio e il suo romanzo si sono spostati al liceo scientifico Volta, per un dibattito con gli studenti. Il 20 è stata la volta di Cosenza, all’Acquario Bistrot, con l’incontro dal titolo l’apparenza è sostanza? Tra persone, personaggi, stereotipi e cliché: Giap Parini, Gabriella Loprieno, Sabrina Garofalo e Angela Potente in dialogo con Alessandro Russo e Marchiati, Paola Bottero e carta vetrata.

Maggio è un mese particolare, per i libri. E noi l’abbiamo inaugurato con la presenza dei granelli a Gerace Libro Aperto. Nello splendido borgo antico di Gerace (Rc), il complesso San Francesco si è animato con i due eventi organizzati per il 3 maggio: siamo tutti clandestini – la tragedia dei migranti ripercorrendo le rotte della storia, partendo dal romanzo Beltempo con Saverio Pazzano e Stefania Grasso e informazione e disinformazione: un confine sottilissimo – scartavetrando i cliché per abbattere la Calabrofobia ai tempi dell’apparenza partendo dal romanzo carta vetrata e dal libro-inchiesta Marchiati, con il magistrato della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo, Alessandro Russo e Paola Bottero. Il 7 Saverio Pazzano ha partecipato al progetto Gutemberg di Catanzaro: il  romanzo Beltempo è stato il fulcro dell’incontro al De Nobili con gli studenti coinvolti. I granelli di sabbiarossa sono poi arrivati a Torino: il 16 al XXVIII Salone internazionale del Libro, a Lingotto Fiere, con l’evento l’urgenza di andare oltre i pregiudizi: le nuove narrazioni di sabbiarossa ED. Si è parlato della narrazione come forma di resistenza culturale e sociale: le nuove narrazioni dei romanzi carta vetrata di Paola Bottero e Beltempo di Saverio Pazzano e del libro inchiesta Marchiati di Alessandro Russo con i tre autori e con Caterina Luciano, l’artista autrice delle cover, e Patrizia Nardi, ass. alla Cultura del Comune di Reggio Calabria. Il giorno dopo, a Porta Palazzol’evento Siamo tutti migranti. Presentazione del romanzo Beltempo di Saverio Pazzano, con Marco Boscaglia, Berthin Nzonza, Octavian Chiriac, Serena Carta, Josephine Condemi. Quello successivo ancora, il 18, a San Mauro (To), gli studenti dell’IC 2 Carlo Alberto Dalla Chiesa, hanno incontrato Saverio Pazzano e i protagonisti del romanzo Beltempo, parlando dei migranti di ieri e di oggi. E migrare migra molto, in tutta Italia, il nostro ultimo titolo di narrativa: il 22 e il 23 è approdato a Gallarate (Va), dove Saverio Pazzano ha presenta Beltempo in quattro diversi contesti.
Il maggio dei libri è terminato a Reggio Calabria, dove la Biblioteca e l’assessorato alla cultura comunali hanno voluto che il mese di incontri letterari si chiudesse proprio con sabbiarossa ED. Informazione e disinformazione: un confine sottilissimo – scartavetrando i cliché per abbattere la Calabrofobia ai tempi dell’apparenza partendo dal romanzo carta vetrata di Paola Bottero e dal libro-inchiesta Marchiati di Alessandro Russo: questo il titolo di un partecipatissimo incontro nel quale, oltre agli autori, sono intervenuti il magistrato Carlo Indellicati e la giornalista Andreana Illiano. Padrona di casa Patrizia Nardi, assessore comunale alla cultura.

L’estate è trascorsa con la reiterazione di presentazioni, reading, incontri dei nostri ultimi titoli. Dall’Arena dello Stretto di Reggio Calabria con Beltempo tappa obbligata della Venezia Montecarlo, al castello di Murat di Pizzo con Demi e la sua carta vetrata a dominare il tramonto. Da settembre i granelli di SRed, oltre che in lungo e in largo per la penisola, viaggiano per le strade e davanti alle scuole di Reggio Calabria: sabbiarossa ED ha donato un centinaio di libri che ora si muovono sugli scaffali del Bibliobus. E lo fanno con gioia e orgoglio.

A ottobre siamo ripartiti con le nuove uscite, in anteprima a Vibo Valentia, alIa IV ed. del TropeaFestival Leggere&Scrivere. Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia, si è riempito di granelli di sabbiarossa. Il 13 con Quando i sogni impossibili diventano realtà Mara Francese ha presentato ricette sognate con Erasmo Maiullari e Paola Bottero. Il 15 è stata la volta di Marchiati è un modo di essere: la riscrittura aggiornata di una Calabrofobia che è uno statusAlessandro Russo ha presentato in anteprima, con Pino Toscano, Marchiati 2, la vendetta. Il 16 le due prime novità dell’autunno: all’interno dell’incontro La narrativa spezzata dalla cancellazione dei sentimentiPaola Bottero ha presentato con Giap Parini Faceboom, declinando nei suoi 18 racconti l’amore ai tempi dei social; nel pomeriggio è stata la volta di una tripla anteprima: quella della nuova collana RACCONTInTASCA, la nuova collana narrativa smart e tascabile, del ibro Storie tossiche, dell’autore esordiente Milingo Sutera. Hanno conversato con l’autore Caterina Simoncini e Paola Bottero.
I nostri granelli, soprattutto quelli di narrativa, sono evergreen, e continuano a girare lo stivale italiano: il 26 a Cremona, con Raccontare l’America latina e l’Italia: un altro modo è possibile si è conversato di Esperanza con uno dei due autori, Paolo Groppo, mentre a Reggio Calabria il liceo scientifico Da Vinci ha scelto Beltempo di Saverio Pazzano per Libriamoci. Ottobre si è concluso, sempre per Libriamoci a Scuola, il 31 a Vibo Valentia, al Liceo Artistico Domenico Colao: le vite incrociate di Faceboom hanno creato ottimi incroci tra gli studenti e Paola Bottero.

Novembre è iniziato con un battesimo molto importante: storie tossiche è tornato, il 6, a Palermo, al booq, dove l’autore Domenico Salamone, in arte Milingo Sutera, lo ha presentato con Rodan Di Maria. Secondo battesimo per la seconda novità dell’autunno, altra opera di narrativa: il 14 Faceboom di Paola Bottero è stato presentato a Reggio Calabria, al Palazzo della Provincia. Gabriella Lax ha moderato gli interventi di Giuseppe Raffa (Presidente Provincia Rc), Nicola Irto (Presidente Consiglio Regione Calabria), Mimmo Gangemi (scrittore), Daniele Castrizio (docente, numismatico e scrittore). Madrine della serata Marisa Larosa con i suoi reading e Cioppi Lucisano con i suoi approfondimenti interni ad una vita incatenata, Conchiglie.

A dicembre sono proseguite le presentazioni delle ultime uscite, in attesa dei nuovi titoli. Faceboom di Paola Bottero l’11 è approdato a Catanzaro Lido alla libreria Ubik, raccontato e scansionato da Nunzio Belcaro. Il 21 a Catanzaro il Supercinema si è riempito per il battesimo di il bicchiere mezzo pieno di e con Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele.

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