• info@sabbiarossa.it

Archivio dei tag sabbiarossa

le presentazioni dei libri di sabbiarossa ED nel 2016

Il mondo è fatto per finire in un bel libro.

Stéphane Mallarmé
[Enquête sur l’évolution littéraire, 1891]

istantanee di granelli nel vento |

Senza soluzione di continuità, il passaggio dal 2015 al 2016. Gennaio si è aperto con le presentazioni dei nuovi titoli, partendo dall’ultima uscita nella collana IMPRONTEil bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele, che ha celebrato, venerdì 8, il suo secondo battesimo dopo quello di fine anno a Catanzaro, alle Officine Miramare di Reggio Calabria: una sala strapiena dove gli autori hanno conversato con Paola Bottero e Fabio Cuzzola, prima della degustazione di vino delle cantine Altomonte di Palizzi. Il 16 a Cosenza, alla Libreria Ubik, Livia Blasi e Giap Parini hanno presentato Faceboom di Paola Bottero. A fine mese è iniziato il tour de il bicchiere mezzo pieno di Nicola FioritaGiancarlo Rafele: il 23 a Vibo Valentia, al Sistema bibliotecario, con la presentazione di Gilberto Floriani e Nancy Valente, il 28 a Cosenza, alla Libreria Ubik, il 31 a Girifalco (Cz) alla Trattoleria, organizzato dall’ass. Il Grillo parlante.

Il primo appuntamento di febbraio è stato a  Crotone, il 5 alla Libreria Cerrelli, dove la presentazione di Faceboom di Paola Bottero si è accompagnata al blues di Antonio e Alessandro Calabretta. Il 9 a PalermoLibreria Modus Vivendi, una intensa presentazione di storie tossiche di Domenico Salamone, in arte Milingo Sutera, con Rodan Di Maria. Il 13 a Catanzaro è stata la volta de il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele al Liceo Scienze Umane De Nobili. Sabato 20 a Palmi (Rc) l’Associazione Ouitalos ha inaugurato gli appuntamenti settimanali di dialoghi culturali alla RistorEnoteca Al Giardino di Bacco con Arcangelo Badolati e Faceboom: Paola Bottero e i tantissimi presenti sono partiti dal tema dell’opera narrativa per esplorare la deriva sociale e dei social network. Il 25 a Rosarno (Rc) al Museo di Medma l’ass. NuovaMente Rosarno ha organizzato la presentazione de il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele con Fabrizio Sudano, Maria Carmela Greco, Giacomo Giovinazzo. Il 27 un doppio incontro con Faceboom Paola Bottero: la mattina a Reggio Calabria con gli studenti del Liceo Scientifico A. Volta, nel tardo pomeriggio a Siderno (Rc) alla Libreria Mondadori, con Fabio Macagnino e Marisa Larosa.

Marzo è iniziato con il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita eGiancarlo Rafele, alla Libreria Tavella di Lamezia Terme il 3. Il 18 alle 18 Reggio Calabria ha ospitato, alle Officine Miramare, un esperimento più che riuscito, dal titolo variazioni sul tema: Faceboom in jazz. Le parole di Paola Bottero, l’arte di Angela Pellicanò, le note di Nino Spezzano e del suo quintetto unite dalle vite incatenate di Faceboom, con la moderazione di Francesco Villari. Sempre il 18, a Cropani (Cz), nell’ambito del XIII Festival Letteratura di Calabria Parole ErrantiNunzio Belcaro ha presentato il bicchiere mezzo pieno con Giancarlo Rafele.

Aprile si è aperto il 2 a  Gioiosa Jonica (Rc), all’Auditorium comunale, dove il Club Unesco ha messo a confronto centinaia di studenti in un dibattito aperto partendo da Faceboom di Paola Bottero. Con la narratrice il magistrato Antonio De Bernardo, l’ass. reg. Federica Roccisano e la sociologa Maria Rita Mallamaci. Il 16 è stata la volta di Sant’Anna di Seminara (Rc): l’associazione Terramala ha organizzato un’intensa presentazione di Faceboom di Paola Bottero con Santo Gioffrè e Lucio Rodinò, che si è ripetuta il 21 a  Marina di S. Lorenzo (Rc), al Centro giovanile, moderata da Maria Manti e don Giovanni Zampaglione. Il 22 a Taurianova (Rc) il confronto è stato intenso e corale con i tantissimi studenti dell’IS GF Gemelli Careri,  via Francesco Sofia Alessio 13:  i libri… ali per volare, in collaborazione con Comune, Club per l’Unesco di Palmi e Ass. Geppo Tedeschi, presentazione di Faceboom di Paola Bottero con Fabio Scionti, Maria Stella Morabito, Giuseppe Loprete, Filippo Andreacchio, Rocco Militano, Maria Frisina.
Il 24 è stata la volta di Gerace (Rc): a GeraceLibroAperto Roberta Manto, Angelica Petrillo e Floriana Giannotti, studentesse del liceo Zaleuco di Locri hanno presentato con il professor Giuseppe Giarmoleo e Marisa Larosa Faceboom di Paola Bottero. Aprile si è chiuso il 29 a Soverato (Cz): la Libera Università Popolare della Terza Età e del Tempo Libero “Magno Aurelio Cassiodoro” ha presentato con Mariella Pedullà il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele.

Maggio è il mese dei libri (anche se noi preferiamo dire che ogni mese, ogni giorno, è il tempo giusto per leggere), e i granelli prendono il volo partendo da Crotone, dove il 4, alla libreria Cerrelli, è stato presentato il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita eGiancarlo Rafele. Poi è stata la volta di Torino e del XIX Salone Internazionale del Libro, dal 12 al 16. Presenti tutti i granelli, sabato 14 si è tenuta la presentazione di Faceboom di Paola Bottero con il giornalista Fabio Malagnino, il sociologo della comunicazione UniTo Cristopher Cepernich, l’ass. Welfare Regione Calabria Federica Roccisano. Le 18 vite incatenate di Faceboom, con l’autrice Paola Bottero, si sono poi spostate nuovamente in Calabria, il 26, a Lamezia Terme, per un doppio appuntamento: la mattina all’auditorium Liceo Campanella, in conversazione con oltre 500 studenti, nonché con Michela Cimmino e Ippolita Luzzo, che hanno accompagnato anche la presentazione del pomeriggio a Samarcanda. Sempre il 26 a Rogliano (Cs) Daniel Cundari ha presentato il bicchiere mezzo pieno di e con Nicola FioritaGiancarlo Rafele. Il mese dei libri si è concluso, il 31, a Gioia Tauro (Rc)Palazzo Baldari ha ospitato il dibattito su Faceboom tra l’autrice Paola Bottero e gli studenti del liceo linguistico Giovanni Paolo II con la regia di Gessica Zecca e gli interventi di Giuseppe Pedà e Francesco Toscano.

L’estate è partita il 22 giugno a Roma, in un contesto magico: l’isola Tiberina, location di Cinema&Libri (all’interno della vasta estate di Hollywood sul Tevere), dove Giovanna Casadio ha presentato Faceboom di Paola Bottero.
Tante le presentazioni di luglio con il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele, tra cui si ricordano il 15 a Roccella Jonica (Rc), ex convento dei Minimi e il 22 a Monasterace (Rc), ‘A Lanterna.
Agosto si è aperto dove si era chiuso luglio: il 5, sempre a Monasterace (Rc). Un luogo dell’anima, ‘A Lanterna, dove Maria Carmela Lanzetta ha intrecciato le note della chitarra battente di Francesco Loccisano con le vite incatenate di Faceboom di Paola Bottero. Il 7 il bicchiere mezzo pieno di Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele è approdato a Fuscaldo Marina (Cs).

Rc12

il 2015 in pillole

il 2014 in pillole

il 2013 in pillole

il 2012 in pillole

Supercinema avanti tutta

il bicchiere mezzo pieno [Fiorita N., Rafele G., Rc, sabbiarossa ED, 2015]
| Edvige Vitaliano | il Quotidiano del Sud

2015 1222 I4 quotidiano

la luce nel tunnel

il bicchiere mezzo pieno [Fiorita N., Rafele G., Rc, sabbiarossa ED, 2015] 
| Bruno Gemelli | il Quotidiano del Sud
2015 1213 I4 q22015 1213 I4 q1

esistenze in trappola in attesa di un like

Faceboom [Bottero P., Rc, sabbiarossa ED, 2015] |
| Gabriella Lax | il Garantista

2015 1113 S5 lax

granelli al BordigheraBookFest

Sabbiarossa Edizioni sarà presente al Bordighera Book Festival dal 4 al 6 settembre con un proprio stand e con due titoli dal forte impatto: Carta vetrata di Paola Bottero e Marchiati di Alessandro Russo. La giovane casa editrice calabrese indipendente – che in poco tempo si è affermata sulla scia di un progetto che coniuga le tematiche del riscatto civile e culturale con quelle dell’affermazione dei valori di giustizia e legalità – propone un romanzo e un saggio-inchiesta che sezionano in modo crudo e irriverente il mondo dei media e dell’informazione: un mondo che diventa un caleidoscopio dietro il quale la notizia è al servizio dell’apparenza, le persone diventano personaggi e l’abuso strumentale di luoghi comuni alimenta il pregiudizio verso un popolo.

2014-0905-Bordighera

Si parte venerdì 5 settembre alle ore 16 e 30 al Buga Buga di Corso Italia, dove Lorenza Rapini presenterà con l’autore, Alessandro Russo, “marchiati – come ’ndrangheta, stampa e tv hanno inventato la nuova “calabrofobia”. Un libro-inchiesta sugli stereotipi costruiti a tavolino per essere dati in pasto all’opinione pubblica. Il racconto in parallelo di come la ’ndrangheta stia uccidendo il futuro di un popolo e di come stampa e tv nazionali alimentino il pregiudizio, marchiando a fuoco ogni calabrese, come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta. L‘autore si chiede: come si è arrivati al punto che il termine “calabrese” risuoni quasi come una minaccia, portando con sé qualcosa di sinistro? O che la Calabria sia immaginata come una selva oscura? L’ultimo decennio di storia giornalistica parla chiaro. Mentre lo Stato combatte una dura guerra contro la ’ndrangheta, mentre un popolo paga il dazio di essere nato in una terra dove vivere con dignità e onestà porta in sé il rischio di morire per mano armata, succede che si confondano vittime e carnefici. Succede che calabrese sia uguale a ’ndranghetista, come se la violenza fosse una tara genetica di chi nasce in questa terra. Succede che la ’ndrangheta uccida persone e libertà, i giornali e le tv trasformino un pezzo di verità in una verità stereotipata che narra una Calabria con la lupara nel cervello.

2014-0906-Bordighera

Si continua sabato 6 settembre alle ore 18 allo Chez Louis di Corso Italia, dove Giovanni Choukhadarian presenterà “carta vetrata” di Paola Bottero. Una presentazione concepita come un vero e proprio evento, con esposizione delle cartevetrate di Caterina Luciano e musica dal vivo, dal più antico degli strumenti – con un trio di digderidoo, sotto la regia di Luigi De Falco [Gigi, Patrizia, Enzone] e con le percussioni di Massimo – al più nuovo: l’hang [Sandro, Loris], base perfetta per il reading. “Carta vetrata” attraversa i confini labili del giornalismo in un mondo in cui i comprimari e il giovane protagonista, Demetrio Romeo, corrono senza fermarsi mai, cercando il proprio spazio in un mondo dove notizie, azioni, idee, personaggi sono usa e getta. Partendo da Reggio Calabria e arrivando fino a Roma, “carta vetrata” toglie il velo a un mondo che non è fatto solo di passione e dedizione, ma nasconde sotto il tappeto ambizioni smodate e il vuoto di una superficialità trasformata in sostanza. Dove l’unica verità è la finzione. Lo spunto è un rapimento in una terra impastata di ‘ndrangheta. La suspense entra nel circo mediatico sempre alla ricerca di nuove storie da dare in pasto all’opinione pubblica, in una corsa contro il tempo che non basta mai, per raggiungere la notorietà. “Carta vetrata” è lo specchio di un mondo in cui nasce e si consuma il nuovo traguardo della società globale: la spettacolarizzazione televisiva come unico orizzonte per essere. Che è apparire, a qualunque costo. Ritmo accelerato, in un crescendo che porta all’apnea, guardando dal di dentro la camera stagna che costruisce, giorno dopo giorno, una realtà parallela. Quella mediatica.

press

Quell’altare a Gerace dove la ‘ndrangheta non passerà

Il racconto di ciò che è successo alla presentazione di Gerace del libro la ‘ndrangheta davanti all’altare

di Paola Bottero per Libera Informazione

«In ciascuno di noi c’è un piccolo mafioso». In questa frase del Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, è racchiusa la sintesi dell’intenso pomeriggio di ieri a Gerace.

La chiesa di San Francesco, con il suo altare in marmi policromi, è una delle ricchezze della nostra Calabria. Non era possibile pensare a una location migliore per parlare di ’ndrangheta davanti all’altare. Marisa Larosa, giovane e ottima mattatrice dell’evento organizzato dalla sua associazione, ACTST (Associazione Cultura e Tradizione per lo Sviluppo del Territorio), ha fatto le cose in grande, per presentare il nostro libro inchiesta. Ha coinvolto il Comune di Gerace, del quale il sindaco Varacalli ha portato i saluti, e un cittadino eccellente. Nicola Gratteri, appunto. Altro relatore d’eccezione don Giacomo Panizza, capace di accarezzare con il suo dire morbido un tema così complicato e scomodo. Due stacchi importanti, con il rapping&playing book di Mad Simon e Enzo dè Liguoro. Tre di noi: Cristina Riso e Alessandro Russo, oltre me. Con Romina Arena e Francesca Chirico autori di la ‘ndrangheta davanti all’altare. L’evento è andato in diretta su radio Touring104, il cui conduttore Tonino Massara ha affiancato la moderatrice. Marisa Larosa, appunto.

Oggi, il giorno dopo, sono tantissime le emozioni che vorrei fermare per sempre. Non voglio ripercorrere tutto quello che è stato detto, con forza: ci sono le prese dirette, integrali, per chi non è riuscito a raggiungere uno dei borghi più belli d’Italia. Ma ci sono alcuni passaggi fissati in modo indelebile. Come la riflessione in chiusura di Gratteri, appunto. Che ha saputo semplificare ottimamente le radici del nostro male. Non conosce grigi, Gratteri. Non gli piace decolorare i neri della criminalità organizzata: per lui o si è mafiosi o non lo si è. E anche se si è professionisti della cosiddetta società civile, anche se si è medici, avvocati, politici, imprenditori – e perché no, magistrati –, quando non si agisce con coerenza, quando ci si lascia avvicinare dai neri, non ci si limita a sporcare i bianchi, in varie tonalità di grigi: ci si lascia catturare in toto dai neri. Quella frase del piccolo mafioso in ognuno di noi è la sintesi perfetta della sua convinzione. Perché è facile, troppo facile, ascoltare il lato oscuro e lasciarsi sopraffare. Basta una chiamata al compare. Basta una raccomandazione. Basta voltarsi per un attimo, abbassare la guardia, scegliere la via più facile. Basta perdere di vista la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Non le manda a dire, Gratteri. Chiede a chi continua a confondere, nel vasto mondo dell’informazione, le persone che si danno sul territorio a favore della legalità con quelle che hanno fatto dell’antimafia una professione, di fare i nomi e i cognomi. Di dire chiaramente, con coerenza, ciò che invece rimane sospeso tra i non detti.

Due ore e mezza di riflessioni. Due ore e mezza di approfondimenti, in cui i tanti esempi positivi, da Denise Cosco a Mario Congiusta, passando per don Pino Puglisi, ammazzato dalla mafia proprio vent’anni fa, si mescolano ai troppi esempi negativi, di cui tanto abbiamo parlato nel nostro libro. E ieri. Due ore e mezza in cui ciascuno dei tantissimi presenti ha seguito ogni attimo, ogni parola.

Strapiena, la chiesa di San Francesco. Tante, tantissime persone in piedi: le sedie, sistemate in gran numero, erano davvero troppo poche. C’era anche, accanto al tavolo dei relatori, un posto occupato. Una sedia vuota. Un simbolo forte che il movimento reggino Snoq ha portato là. Per ricordare le donne che non ci sono più. Le troppe vittime di femminicidio.

Al centro la deformazione di cui parlava don Italo Calabrò. La deformazione sulla parola uomo. La deformazione sulla parola onore. E il ribaltamento di tanti, troppi concetti che dovrebbero essere alla base di qualunque società che sia degna di chiamarsi civile.

Mi piacerebbe che chi continua a condannare, con le parole, questa barbarie, chi sprona, con le parole, a combattere tutti insieme, perché solo uniti possiamo vincere la ’ndrangheta, chi cerca nella mancata promozione del territorio e nella latitanza dello Stato il capro espiatorio di questa deriva morale e sociale in cui siamo sprofondati, lavorasse intensamente per eliminare il vero, unico problema. Quello che sta alla base di tutti gli altri: la mancata promozione dei valori reali. Perché oggi è facilissimo trovare chi dal proprio pulpito, dentro e fuori dalle Chiese, ha la ricetta giusta. Quella da regalare al proprio popolo. Costano poco, pochissimo, le parole. Ma è sempre più difficile trovare chi sa, a quelle parole facili, accostare la coerenza nei fatti e nei comportamenti. È sempre più difficile individuare le luci. Quelle che contrastano in modo netto con le ombre dell’opera originale realizzata da Caterina Luciano per la cover del libro, protagonista assoluta per la capacità di sintesi, in acrilici su tela, del concetto di Gratteri: non ci sono grigi. Ci sono bianchi. Ci sono neri. Ci sono luci, ci sono ombre. Non c’è posto per le penombre.

Mi piacerebbe, dicevo. Mi piacerebbe che la Chiesa, quella Chiesa che sa resistere, che sa far diventare contagioso il coraggio dei propri pastori che vivono e operano nella luce, infondendolo sul popolo, desse un segnale forte. A proposito di femminicidio me ne viene in mente uno, facile facile. Lo strumento esiste già. È un caposaldo del diritto canonico: l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota. Sarebbe bello se venisse previsto un accesso facilitato per le donne che ancora non sono vittime di femminicidio, ma sono candidate a entrare nell’elenco che non finisce mai. Donne che, spesso inconsapevolmente, si sono sposate davanti a Dio e davanti alla ’ndrangheta. E se trovano il coraggio, per la propria libertà, di affrontare la legge che le vuole morte se non seguono le regole della mafia, a volte si fermano perché temono qualcosa di ben più forte. Perché hanno preso un impegno davanti a Dio, e a quello si sentono vincolate. Mi piacerebbe, da laica e da donna, in questa religione che si evolve, che cambia in continuazione, come ben ci ha spiegato ieri don Giacomo, come ci sta dimostrando quotidianamente Papa Francesco, che venisse previsto un istituto canonico capace di dare alle donne che per fede non trovano la forza di allontanarsi dai loro carnefici la certezza di essere nel giusto.

Perché se è giusto che ciascun pastore cerchi e aiuti le pecorelle smarrite, se è giusto che faccia tutto il possibile per riportarle all’ovile, è indispensabile saper distinguere le pecore dai lupi. E non trattare i lupi come pecorelle da immettere nell’ovile. Sono lupi, anche se ben travestiti. Aprirebbero sempre e comunque i cancelli al branco.

note ED colori

Sarà senza targa la prima delle uscite 2012 che sabbiarossa ED presenterà a Torino all’interno del XXV Salone Internazionale del Libro [Lingotto Fiere, dal 10 al 14 maggio]. Il libro, con il sottotitolo “per non morire la seconda volta di ‘ndrangheta”, è “un viaggio nella Calabria della buonavita, quella che cerca ogni giorno di sopravvivere alla malavita. Un viaggio intenso e corale, raccontato da due voci fuori dal coro, per scelta”. Quelle di Paola Bottero e Alessandro Russo, giornalisti, scrittori, compagni di vita e di lotta a tutte le forme di mafia che raccontano la loro Calabria “senza targa”, con la volontà di capire insieme perché sia così difficile passare il guado di un’indifferenza ormai troppo pesante. Come si legge sul neonato blog, «partendo dagli estremi della penisola italiana ci siamo messi a cercare. Il tempo perduto, forse. Quello perso da noi, quello perso da altri. La testa piena di quel tanto, di quel troppo che avevamo visto, ascoltato, sentito, letto. Così troppo da averne perso spesso la memoria». senza targa non è un saggio, non è un romanzo, non è un diario: è un po’ di ciascuna forma letteraria, un dialogo a due in cui ai dodici “ritratti di Calabria” si sovrappongono e mescolano tanti altri ritratti di una terra che «ti fa bollire il sangue, proprio come il suo sole e la sua disarmonica armonia».

Secondo titolo della collana RIFLESSIONI, senza targa uscirà a giugno, con altre due novità che inaugureranno la terza collana di sabbiarossa ED, TRACCE. il Pogrom della Continassa, di Carla Osella e Mara Francese, è il resoconto di un altro viaggio corale: “quattro occhi e quattro mani, con un effetto moltiplicatore, per raccontare la storia dei margini ai margini: i Rom di Torino”. Esperanza, romanzo storico e di denuncia di Paolo e Pierre Groppo, unisce in un unico destino l’Europa nazista alle nuove dittature sudamericane.

sabbiarossa ED, giovanissima casa editrice nata a Reggio Calabria nell’autunno dello scorso anno, sarà presente per tutta la durata del Salone con le due prime uscite. Il romanzo bianco come la vaniglia di Paola Bottero (collana STORIE), che narra la vita di un ragazzo diciottenne ucciso dalla ’ndrangheta, è stato “adottato” da numerosi istituti scolastici, stimolo di incontri con gli studenti per partire dalla storia di Francesco e cercare di trovare risposte all’impegno personale contro ogni forma di mafia. Il diario dell’esperienza Sicomoro nel carcere di Opera tra le mura dell’anima (collana RIFLESSIONI), scritto da Marcella Reni e Carlo Paris, è andato in ristampa ad aprile, e continua a essere un punto di riferimento della saggistica.

«note e colori per lasciare tracce di memoria»: questo il titolo dell’incontro di sabbiarossa ED con il pubblico, previsto per domenica 13 maggio, a partire dalle 17 nello stand della Regione Calabria [L 165, padiglione 2]. L’arte prestata all’editoria, impronte visive e musicali per sottolineare i colori e le note degli scritti: le musiche di Giovanni e Alice Acchiardi, le letture di Rosanna Felletti, le tele e i disegni di Caterina Luciano saranno il fulcro della serata cui interverranno la critica d’arte Renata Panizzieri, l’antropologa Mara Francese, Alessandro Russo e Paola Bottero.

Francesco Inzitari allo Juventus Stadium

Lo Juventus Stadium di Torino sarà presto aperto al pubblico, per permettere, al di fuori delle partite, di visitarne spazi, museo e architettura. Sabato 19 novembre 2011 ha ospitato un evento insolito per la location: la prima presentazione nazionale del romanzo bianco come la vaniglia, SABBIAROSSA 2011, che la giornalista e scrittrice Paola Bottero ha dedicato a Francesco Maria Inzitari.

A lui, juventino nel cuore, sono dedicate anche alcune stelle del nuovo stadio bianconero. A lui è stato dedicato il pomeriggio di sabato, organizzato dalla Fondazione che in suo onore e in sua memoria porta, dentro e fuori la Calabria, un messaggio forte contro la violenza, l’arroganza mafiosa e la subcultura criminale.
Dopo un giro nello stadio, la presentazione si è aperta con il filmato e le parole dette pochi giorni fa, in occasione della venuta della Nazionale di calcio a Rizziconi (Rc), da don Luigi Ciotti su Ciccio: “un ragazzo che amava lo sport, lo sport pulito. Un ragazzo dal cuore bianconero”.

bianco come la vaniglia

L’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Russo, è partito con l’intervento di Nicoletta Inzitari, sorella di Ciccio e presidente della Fondazione Francesco Maria Inzitari. Toccante nella parte in cui ha ricordato la voglia che il fratello aveva di vedere ultimato lo stadio torinese, in costruzione quando, due anni fa, è stato strappato alla vita.

Un intervento anche molto duro, nella condanna di tutte le mafie, pur con un messaggio finale di speranza: «Come diceva Giovanni Falcone la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine».

Caterina Luciano, artista piemontese cui la casa editrice ha affidato la realizzazione delle copertine, ha spiegato: «gli occhi straordinari di Francesco sanno di vita e di voglia di scoprire tante cose. Ho volutamente scelto uno sguardo abbassato: non ho voluto riportare quegli occhi nella copertina perché ciascuno dovrà riuscire a trovarli, come li ho trovati io. Ce ne sono tanti qui, stasera».

«Tutte queste iniziative antimafia lasciano qualcosa? hanno un senso?» ha chiesto Alessandro Russo a Don Pino Demasi. «Solo se lasciano un segno dal quale ripartire: la venuta della Nazionale di calcio a Rizziconi servirà a qualcosa se lascerà un segno sul territorio, se i bambini di Rizziconi andranno a giocare in quel campo, se l’esempio dello sport pulito inciderà sui cittadini. Don Ciotti ha voluto portare un fiore nella tomba di Francesco proprio per questo: per lasciare un segno, perché gli altri sappiano».

restituire umanità

Infine, Paola Bottero ha ricordato che «Francesco era un ragazzo normale, ma anche un giovane di talento. Era corretto, era onesto, aveva tanta voglia di fare, era già un piccolo grande imprenditore. E per questo era un eroe. Un eroe normale, di quelli di cui la Calabria ha bisogno. Era un eroe perché voleva costruire il proprio futuro qui, perché non voleva scappare. Perché pensava che tentando di migliorare il proprio destino poteva migliorare la propria terra. Con questo romanzo ho voluto restituire umanità, ho voluto andare oltre quello che è stato etichettato solo come un fatto di cronaca. Ho voluto raccontare Francesco. Restituire umanità alle vicende, togliendole dalla stretta cronaca in cui le congeliamo come giornalisti, serve a restituire la memoria di persone straordinarie a chi non ha avuto la fortuna di conoscerle, ma serve anche a svegliare le nostre coscienze, troppo assuefatte a pensare che la violenza della ‘ndrangheta non ci appartenga ».

12