• info@sabbiarossa.it

Archivio dei tag sabbiarossa edizioni

il Pogrom a Torino

È passato poco più di un anno da quando, a fine 2011, la bugia di una ragazza, che aveva raccontato di essere stata violentata da due Rom, è diventata la scusa per trasformare la Continassa di Torino in un vero e proprio Pogrom.

il 2012 in pillole

Siamo nati a fine ottobre 2011, con due uscite: il romanzo bianco come la vaniglia per la collana STORIE e il diario di un’esperienza tra le mura dell’anima per la collana RIFLESSIONI. I granelli di SABBIAROSSA erano destinati a modificarsi: ecco in pillole il nostreo 2012.

Dopo i primi eventi di presentazione (a dicembre 2011 Reggio Calabria, Palazzo della Provincia, e Roma Palazzo della Provincia, a fine aprile 2012 a Torino, tenuti a battesimo da don Luigi Ciotti nel Teatro di San Secondo), siamo stati a Torino Lingotto (maggio) al XXV Salone Internazionale del Libro, dove abbiamo anticipato le uscite del 2012.

Da fine luglio è in distribuzione la seconda uscita della collana RIFLESSIONI, senza targa, viaggio nella Calabria della buonavita.
Il romanzo Esperanza, seconda uscita per la collana STORIE, è in distribuzione dall’inizio di settembre, mentre a fine novembre 2012 esordirà la collana TRACCE, con il Pogrom della Continassa, racconti di vita sui rom di Torino. A inizio novembre è uscito la voce del vento, inaugurando la collana FRAMMENTI. Per fine anno partirà anche la collana IMPRONTE.

L’estate 2012 è partita senza targa, in giro per la penisola: Viterbo, CaffeinaCultura (9/07), Reggio Calabria, TabulaRasa (24/07), Locri (Rc, 28/07), Torre Melissa (Kr, 23/08), Reggio Emilia (1/09), Reggio Calabria (10/09), “la ‘ndrangheta davanti all’altare” con Stop’ndrangheta, Sapri (Sa, 22/09).

Il 6 ottobre 2012 è stato tenuto a battesimo Esperanza, a Bracciano, con un programma molto curioso che si è snodato in tre tappe nel centro del comune romano. Le presentazioni proseguiranno nel Lazio, per poi spostarsi in alta Italia. Il 9 novembre è stao tenuto a battesimo, a Taranto, la voce del vento, che sarà in distribuzione nelle librerie a partire da metà novembre 2012.
Sono seguiti altri appuntamenti novembrini: il 13, nel Palazzo Nicotera di Lamezia Terme,  senza targa, organizzato dal Centro “RIFORME – DEMOCRAZIA – DIRITTI”, di Costantino Fittante, con il procuratore Giuseppe Borrelli, don Giacomo Panizza, Rocco Mangiardi, Marisa Garofalo, Mario Congiusta e gli autori, Paola Bottero e Alessandro Russo. Il 14 è stata la volta di Taormina: Babilonia, Centro di Cultura italiana, bianco come la vaniglia, con Paola Bottero. Il 23 Corigliano Calabro, Santuario S. Francesco da Paola, è stato presentato, nel 50° del patronato di S. Francesco, bianco come la vaniglia, con padre Antonio Bottino, don Ennio Stamile, Nicoletta Inzitari, Paola Bottero e don Ennio, modera Alessandro Russo, mentre a Torino, durante l’apericena organizzata da Vitanuova, Venera Siracusa e Caterina Luciano hanno presentato la voce del vento. Il 28, a Roma, la libreria Koob ha ospitato la prima presentazione capitolina di Esperanza, con Paolo Groppo. Novembre si è chiuso a Barcellona Pozzo di Gotto, il 30, con la presentazione de la voce del vento, con l’autrice Venera Siracusa, e il consuntivo del primo anno di sabbiarossa ED.

Dicembre è iniziato a Rizziconi, il 5, ricordando, 3 anni dopo il barbaro assassinio di Francesco da parte della ‘ndrangheta, con una serata sulla legalità, organizzata dalla fondazione Francesco Maria Inzitari, ed aperta con bianco come la vaniglia, il romanzo a lui dedicato da Paola Bottero. Poi è stata la volta della fiera più libri più liberi: dal 6 al 9 siamo stati al Palazzo dei Congressi di Roma, in Bibliolibreria, dove, proprio domenica 9, abbiamo parlato al pubblico dei nostri libri contro le mafie e le intolleranze, con un esame dei nostri titoli (in particolare Esperanza e senza targa) dopo il primo anno di vita. Il 14 dicembre senza targa è arrivato a  Fermo, all’interno della Settimana della Costituzione: Paola Bottero e Alessandro Russo, il cap. Pasquale Zacheo e don Vinicio della Comunità di Capo d’Arco, sono stati ospiti della Provincia di Fermo, del Tavolo della legalità e del Comune di Pedaso, in collaborazione con Alumni Bocconi Association Ascoli-Fermo-Macerata.
L’anno è terminato con Vicenza, dove il 20 è stato presentato Esperanza, con Paolo Groppo, e a Reggio Calabria, nella sede dell’Ass. SNaP, che ha ospitato l’anteprima de il porto senza Gioia di Aldo Libri, fresco di stampa.

In attese di nuove pillole per il prossimo anno, così si chiude il 2012 di SABBIAROSSA.

‘ndrangheta e altari

la presa diretta della serata

[youtube=http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=28vbI7s6G54]

il video mandato in diretta da MNews

il lancio dell’evento

Amava ripetere don Italo Calabrò: “nel coraggio dei suoi pastori la gente ritrova il suo coraggio”. Partendo da questa verità, la prima conversazione pubblica sull’argomento, organizzata da Stop’ndrangheta e sabbiarossa ED. Con i 3 sacerdoti di “senza targa”, don Demasi, don Panizza, don Stamile, e il procuratore Creazzo
«I mafiosi si ritengono uomini e, addirittura, “uomini d’onore”: se c’è qualcuno che invece non è uomo è il mafioso, e se c’è qualcuno che non ha onore è il mafioso, i mafiosi non sono uomini e i mafiosi non hanno onore; questo dobbiamo dirlo tranquillamente con tutta la comprensione e la pietà». Questo uno dei passaggi fondamentali dell’omelia con cui don Italo Calabrò rispose, nel suo consueto modo diretto e duro, al rapimento dell’undicenne Vincenzo Diano. Era il 27 luglio 1984. Oggi queste parole risuonano ancora più attuali, continuando a porre domande e a esigere risposte.

“La ’ndrangheta davanti all’altare” è il titolo provocatorio individuato da Stop’ndrangheta e sabbiarossa EDIZIONI per la serata di dialogo e confronto che si terrà al Pepy’s Beach, sulla Marina bassa di Reggio Calabria, lunedì prossimo, 10 settembre, alle ore 21.

Partendo dalla frase che amava ripetere don Italo, “nel coraggio dei suoi pastori la gente ritrova il suo coraggio”, tramite il dossier di Stop’ndrangheta, che sarà illustrato da Francesca Chirico, Alessio Magro e Cristina Riso, la storia si intreccerà con il presente, attraverso i tre sacerdoti protagonisti di senza targa, il viaggio nella Calabria della buonavita raccontato da Paola Bottero e Alessandro Russo, sabbiarossa ED.

Una conversazione a più voci con don Pino Demasi, referente Libera Piana di Gioia Tauro, don Giacomo Panizza, fondatore di Progetto Sud a Lamezia, don Ennio Stamile, parroco di S. Benedetto a Cetraro, e Giuseppe Creazzo, Procuratore della Repubblica di Palmi, per continuare a farsi domande e non smettere di cercare risposte, insieme.

Ha un senso particolare la scelta di organizzare la serata durante le festività in onore della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria: focalizzare al meglio l’attenzione sui bianchi e sui neri di un territorio in cui la Chiesa ha un ruolo fondamentale, che è quello di aiutare la società civile e le istituzioni a diradare, fino a cancellare, i grigi che si stanno appropriando di ogni spazio lasciato libero dai non detti. Non importa se si è laici o praticanti: oggi, più ancora che un tempo, è necessario chiamare le cose con il loro nome, liberare le parole dalle paure e dai silenzi per aiutare tutti coloro che, a vario titolo, operano in prima linea per restituire la Calabria ai calabresi. Quelli della buonavita.

premio elmo

il Premio Elmo a Paola Bottero

Il Premio Elmo 2012 è una pietra miliare della memoria.

Rizziconi: la piazza della cultura, la piazza della mattanza

Una comunità che attraverso la cultura e l’arte vuole riappropriarsi della propria terra contro chi crede sia normale uccidere si è ritrovata a vivere nella stessa serata la speranza e l’orrore

di Paola Bottero per scirocconews

«Qui è la Calabria. In fondo all’Italia. Poco più sotto e sarebbe stato mare aperto. Mediterraneo. Costa nord dell’Africa.
La Calabria è una regione di confine. Una regione di confinati. Una regione nella quale è pericoloso avere sogni, è pericoloso programmare, è pericoloso fare.
Qualcuno dice che non è pericoloso: è superfluo. Qualcuno dice che questa terra merita solo di essere abbandonata. Qualcuno dice che qui sono tutti uguali, non vale la pena perdere tempo per capire».

Martedì 28 agosto, AD 2012. Rizziconi, interno notte.

Una piazza, davanti al Palazzo Arcuri. Ragazzi puliti, artisti molto interessanti – Gianmarco Pulimeni e Maria Concetta Policari, uniti in “Tila” – che si associano in “Piazza Dalì”, si inventano un premio, il Premio Elmo. Hanno deciso di dare anche a me la splendida ceramica con cui hanno bloccato il proprio impegno culturale nell’arte: l’elmo di San Teodoro, effige che unisce la cittadina della Piana di Gioia Tauro, centro pulsante del reggino calabrese, all’impegno. Non ho chiesto perché: ho la certezza che sia per “bianco come la vaniglia”, la mia ultima opera narrativa dedicata a Francesco Maria Inzitari, che è stato un ragazzo come loro, pieno di vita e di amore per la sua terra. Troppa vita e troppo amore, stroncati a diciott’anni, in un’altra piazzetta poco distante, a Taurianova. Era il 5 dicembre 2009. Ieri. Una vita fa.

Dopo la consegna dei premi a Federica Legato, Maria Teresa Papale, Antonia Palladino, Pasqualino Pandullo e Nadia Macrì, ottimi conduttori della serata, fanno partire un audio. Una voce maschile calda e ferma legge alcuni passaggi del mio romanzo. Ascolto in silenzio, chiedendomi se davvero non vale la pena di perdere tempo per capire. Note leggere sottolineano la perentorietà del mio scritto. Ci sono pause. Obbligano a riflettere.

«Ma io so che non sono tutti uguali. Lo so perché l’ho visto. Perché lo vedo. Perché ho imparato in fretta a capire le differenze. Non è difficile: basta saper distinguere i bianchi dai neri. E fare attenzione ai grigi. […] Lui è Francesco. Francesco Maria, all’anagrafe. Ciccio, in famiglia e per gli amici. La storia che vi voglio raccontare inizia a fine luglio e termina il cinque dicembre di due anni dopo. È la sua storia. È la mia storia. È la nostra storia».

La nostra storia. Quella che cerchiamo di raccontare per non dimenticare. Quella che ieri sera abbiamo condiviso in una piazza pulita, solare, volti e occhi sinceri di chi sa da che parte stare. Centinaia di persone unite in un “noi” necessario e improrogabile. Un noi che è l’unica declinazione possibile per cercare risposte che non arrivano mai. Un noi corale che aggiunge il disprezzo al disprezzo. La rabbia alla rabbia. Per ascoltare solo la voglia, il bisogno di cambiare.

È da poco passata la mezzanotte. Un’altra piazza, davanti alle scuole elementari. Le stesse frequentate da Francesco. Le stesse frequentate da ciascuno dei rizziconesi presenti al Premio Elmo. Armi da fuoco in attesa nel buio. Altri tre nomi destinati a entrare nell’infinito elenco della mattanza. Reno Borgese aveva 48 anni, Antonio e Francesco, i suoi figli, 27 e 21. Poco importa se si tratti di un omicidio di ‘ndrangheta o dell’azione di vili capaci di falciare vite umane come se fossero selvaggina. Sono malati di ‘ndrangheta anche loro, se pensano normale attendere nel buio della notte le proprie prede. Saremmo ciechi noi, a pensarla diversamente.
Le prime ipotesi per il triplice omicidio portano verso una lite per futili motivi. Incensurati, nessun collegamento con la ’ndrangheta. I proiettili feriscono anche il nipote 29nne, Antonino. Nessuno ha visto. Nessuno sa. Forse l’assassino, o gli assassini, continueranno a girare a piede libero, mescolandosi nella buonavita, proprio come il killer di Francesco. Forse no.

Ma per un attimo, stamattina, nel leggere le prime agenzie di stampa, ho pensato che davvero abbia ragione Roberto Galullo, quando scrive che la Calabria è una regione senza speranze. Che ha ragione Mario Congiusta, quando invita i ragazzi ad andarsene, prima che sia troppo tardi.

Il pessimismo della ragione. Ne parlavo proprio ieri sera con uno di noi, un cittadino di Rizziconi, al termine della serata. Dobbiamo fare di tutto perché prevalga ancora l’ottimismo della volontà. Noi. Noi siamo molti di più. Noi abbiamo il diritto, oltre che il dovere, di liberare questo mare immenso e pulito, che è la Calabria, dall’inchiostro della piovra che è loro. Loro, dall’altra parte della barricata, con l’arroganza di poter decidere per tutti gli altri. Loro, che cercano di sconfiggere la buonavita imprigionandola nella paura e nell’incapacità di rialzarci. Loro, che non possono vincere. Non per sempre.

Stamattina, ancora più di ieri sera, mi risuonano le parole che non sono state lette. Quelle che vengono dopo “la nostra storia”.

«Vi starete chiedendo perché io, perché lui. Me lo chiedo anche io, da allora. Perché? Nessuno finora, in questo mio oggi senza fine, fermo a quel cinque dicembre che è il mio presente e il mio futuro, ha saputo rispondere. Perché?».

si parte dalla punta

«La realtà non si forma che nella memoria»: le presentazioni di sabbiarossa edizioni partono citando Marcel Proust, in un titolo che è “sintesi perfetta delle ragioni di questa nuova esperienza editoriale: dare spazio alla memoria per creare nuove realtà di impegno civile”.

La collana STORIE, di narrativa, con “bianco come la vaniglia” di Paola Bottero, la collana RIFLESSIONI, di saggistica, con “tra le mura dell’anima” di Marcella Reni e Carlo Paris: «due libri, due realtà, due memorie che si intersecano e si raccontano tra le pagine e oltre le pagine dei primi due titoli, apparentemente diversi, che in realtà segnano un unico percorso. Quello indicato da Marcel Proust, che ha dato il titolo agli eventi».

Reggio Calabria, Roma e Torino: queste le prime tre tappe, da sud a nord, per raccontare e per permettere di raccontare, attraverso il Premio letterario “Odio gli indifferenti”, che chiuderà il 15 febbraio 2012. Per dare spazio “alle voci differenti, ma non indifferenti”.

La prima presentazione congiunta delle due prime uscite e del concorso di narrativa non può che essere nella punta dello stivale, sede della casa editrice sabbiarossa ED. Così, prima di approdare a Roma, durante la settimana dedicata alla fiera della piccola e media editoria, “Più libri più liberi”, e presentarsi al pubblico della capitale venerdì 9, a Palazzo Valentini, in piazza Venezia, gli autori e i prodotti della casa editrice saranno sabato prossimo, 3 dicembre, a Reggio Calabria, sala convegni del Palazzo della Provincia, piazza Italia, dalle ore 17:30.

La memoria di Francesco Inzitari, vittima innocente della ’ndrangheta, cui è stato dedicato il romanzo di Paola Bottero, che ha ripercorso la vita del diciottenne oltre i terribili fatti di cronaca, si intreccerà con la memoria del progetto Sicomoro, raccontato da Marcella Reni e Carlo Paris, in cui i familiari delle vittime di mafia si sono incontrati, all’interno del carcere di Opera, con i detenuti, per compiere insieme un percorso di perdono.

Anticipa Paola Bottero: «Tutto è stato detto e scritto sulla memoria, “un presente che non smette mai di passare”, per dirla con Octavio Paz. Un presente che a volte non vogliamo vedere, che cerchiamo di negare perché dimenticare è più facile che ricordare. Però, tanto per dirla ancora con il diplomatico e scrittore messicano, “la memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda”. Tra le pagine dei due libri che presenteremo congiuntamente a partire da sabato c’è molto, che ci ricorda. Molto che ci ricorda chi siamo e chi non siamo. Soprattutto, chi non vogliamo essere. Abbiamo scomodato due caposaldi della letteratura proprio per rendere ancora più concreta la necessità di creare spazi di memoria per poter scrivere realtà migliori». Sabato pomeriggio si parlerà anche di questo.

Sotto la regia della giornalista Teresa Munari, interverranno:

Salvatore Boemi – Presidente Sua, già magistrato antimafia
don Pino Demasi – referente Libera
Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla Cultura e alla Legalità
Nicoletta Inzitari – Presidente Fondazione Francesco Maria Inzitari
Marcella Reni – notaio, scrittrice
Carlo Paris – ingegnere, scrittore
Paola Bottero – giornalista, scrittrice